Pilum
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Il pilum era un particolare tipo di giavellotto utilizzato dall'esercito romano nei combattimenti a breve distanza. Normalmente ognuno dei soldati (pilani) ne portava due, uno leggero ed un secondo più pesante.
Esiste una grande varietà di pilum risalenti a varie epoche e ritrovati un po' in tutte le parti dei territori conquistati dai romani. La lunghezza poteva variare, in base anche alle diverse caratteristiche costruttive, da 150 a 190 centimetri. L'elemento che accomunava i diversi tipi di pilum era il gambo in ferro più o meno lungo che aveva lo scopo di attraversare lo scudo nemico e di raggiungere il corpo del nemico che si proteggeva dietro di esso.
Ciò che invece poteva differire di molto tra un tipo di pilum e un altro era la modalità di raccordo tra la parte in legno e quella in ferro.
La conferma dell'ingegnosità dei romani si può trovare nel modo di progettare il pilum. La parte finale del pilum era costituita da ferro dolce (tranne la punta ovviamente), che dopo aver colpito il nemico si piegava rendendo inutilizzabile l'arma stessa onde evitare che un eventuale nemico pensasse di tirarla verso i romani. Inoltre se il pilum colpiva lo scudo del nemico, si piegava e rendeva inutilizzabile anche lo scudo, costringendo il nemico a farne a meno; come narra lo stesso Giulio Cesare nel "De bello gallico". Tuttavia studi recenti[1][2] hanno dimostrato come la convinzione derivata dagli scritti di Plutarco, ossia che il pilum fosse una arma usa e getta atta a deformarsi nell'impatto sia del tutto errata. Il pilum era un'arma studiata per penetrare lo scudo nemico e colpirlo dietro di esso. Tesi che contraddice le parole di Cesare, che questi fatti li aveva visti sul campo.
Secondo alcune raffigurazioni scultoree pervenute il pilum era talvolta appesantito con una sfera di metallo (bronzo, ferro o, più difficilmente piombo) appena sotto la giuntura tra il metallo e il legno, probabilmente per aumentarne la forza di penetrazione.
Dal punto di vista tattico, il pilum era solamente una delle tante armi missili a disposizione dei romani e si presume che il pilum venisse lanciato da una distanza variabile di 10-25 metri dal bersaglio, ma potesse anche essere usato a distanza ravvicinata. Tuttavia i lanci di pilum erano disastrosi per i nemici ed erano in grado di infliggere numerose perdite al nemico, prima che si venisse al contatto.
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