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La canzone dell'amore - Wikipedia

La canzone dell'amore

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.

La canzone dell'amore
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Titolo originale: La canzone dell'amore
Lingua originale: italiano
Paese: Italia
Anno: 1930
Durata: 94 minuti
Colore: bianco e nero
Audio: sonoro
Rapporto: 1.20 : 1
Genere: sentimentale
Regia: Gennaro Righelli
Soggetto: Luigi Pirandello
Sceneggiatura: Giorgio Simonelli, Gennaro Righelli
Produttore: {{{nomeproduttore}}}
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Casa di produzione: Cines
Distribuzione (Italia): Pittaluga
Storyboard: {{{nomestoryboard}}}
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Effetti speciali:
Musiche: Cesare Andrea Bixio
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La canzone dell'amore è un film del 1930 diretto da Gennaro Righelli.

È il primo film sonoro italiano[1] e venne presentato per la prima volta al pubblico il giorno 7 ottobre 1930 al Supercinema di Roma. Il soggetto è tratto da una novella di Luigi Pirandello, In silenzio. La sceneggiatura viene scritta a quattro mani da Giorgio Simonelli e dallo stesso regista. La grande popolarità che ha accompagnato il film fin dalla sua apparizione è dovuta in parte alla bella colonna sonora composta da Cesare Andrea Bixio (con la celebre canzone: Solo per te Lucia)

Indice

[modifica] Trama

Una studentessa, Lucia, è mossa a pietà da una bimba che sua madre ha avuto illeggittimamente prima di morire nel darla alla luce. La giovine prende la neonata con se, facendo credere a tutti che è sua figlia. Il fidanzato di Lucia, non potendo accettare la situazione scabrosa venutasi a creare, l' abbandona. Tornerà tuttavia dalla ragazza non appena il vero padre della bimba si farà avanti per chiederne l'affidamento, chiarendo nel contempo l'estraneità della ragazza dall'accaduto.

[modifica] Genesi del film

Nel 1929 sulla scia di quanto sta già avvenendo da un paio d'anni negli Stati Uniti, si iniziano ad insonorizzare in Italia alcune sale cinematografiche. A questo proposito viene aperta a Milano la filiale della più importante ditta americana specializzata in tale settore: la Western Elecric Company of Italy che si accorda con una delle principali case di produzione cinematografiche italiane, la Pittaluga S.A.( e la sua controllata Cines) per l'installazione di apparecchiature sonore in gran parte delle sale del circuito (a prezzi da capogiro, compresi fra i settemilacinquecento e i diciottomila dollari per cinema). Fra queste ultime spiccano per importanza e capienza il Supercinema di Roma, il Ghersi di Torino e il Corso di Milano, dove, in quello stesso anno (1929) verrà proiettato, quasi in contemporanea, Il Cantante di Jazz, con Al Jolson. Il successo è strepitoso e le tre sale registreranno il tutto esaurito per settimane. È necessario avviare quanto prima una produzione di lungometraggi sonori anche in Italia e il gruppo Pittaluga - Cines sembra avere un vantaggio incolmabile su tutte le altre Case di produzione.

Nella primavera del 1930 inizia, negli stabilimenti Cines di via Veio a Roma, la lavorazione di due film sonori: La piccola Butterfly, diretta da Gennaro Righelli, e Resurrectio, con la regia di Alessandro Blasetti. Nei primi giorni di luglio quest'ultimo è terminato, e sembra imminente la sua presentazione al pubblico, mentre invece il rodaggio de La piccola Butterfly, che nel frattempo ha mutato il suo titolo in Il silenzio procede a rilento. L'ufficio stampa della Cines da l'avvio, nella seconda settimana di luglio alla campagna pubblicitaria per il lancio di Resurrectio, previsto per gli inizi dell'autunno, mentre Blasetti rilascia interviste sul suo film dando per scontata la distribuzione imminente del lungometraggio. Poi, improvvisamente, il silenzio. Di Resurrectio non si sente più parlare (uscirà solo nella primavera del 1931), mentre inizia a decollare In silenzio, che ancora una volta muterà il suo nome, per intitolarsi, questa volta in via definitiva: La canzone dell'amore. Il 7 ottobre del 1930 il film viene presentato a pubblico del Supercinema di Roma che lo accoglie con un prevedibile entusiasmo. Ha finalmente inizio la distribuzione del primo film sonoro e parlato nella storia della cinematografia italiana.

Non sono state mai del tutto chiarite le ragioni del provvisorio accantonamento di Resurrectio in favore di un film ancora da completare. Blasetti avrà parole di elogio per La canzone dell'amore[2], quando verrà presentata al pubblico romano, ma successivamente si chiuderà in un silenzio quasi assoluto, sia nei confronti del film di Righelli che di Resurrectio. Un silenzio che si protrarrà per ben cinquantasette anni, fino cioè alla morte del grande cineasta, avvenuta nel 1987.

[modifica] Regia e cast

Il film è diretto da Gennaro Righelli, regista dalla personalità poliedrica, con all'attivo vari drammi popolari e garbate commedie sentimentali. Considerato un ottimo e scrupoloso artigiano, attento ai gusti del pubblico, viene preferito da Stefano Pittaluga, patron del gruppo Pittaluga - Cines, al più dotato ma meno esperto Alessandro Blasetti, di quattordici anni più giovane, per il lancio sul mercato nazionale del primo film sonoro e parlato italiano.

Il Cast è sapientemente selezionato dal produttore Pittaluga (coadiuvato da Gennaro Righelli) che attinge a piene mani nel vivaio delle giovani promesse del cinema italiano. Fra queste va segnalato il piemontese Elio Steiner, che ha avuto modo di farsi conoscere pochi mesi prima nel film Assunta Spina, anche se in una parte non di primissimo piano, accanto alla fascinosa Rina de Liguoro, la «contessa» del cinema muto italiano. Lo affiancano due fresche e vivaci ventunenni: Dria Paola e Isa Pola, entrambe con pochi film all'attivo ma talentuose. Completano il cast un gruppo di esperti comprimari: Camillo Pilotto, Olga Capri e Mercedes Brignone. Elio Steiner in particolare verrà definitivamente lanciato da La Canzone dell'amore imponendosi come uno fra i più celebri attori galanti italiani della prima metà degli anni trenta.

La bimba protagonista del film è in realtà un bimbo, da diretta testimonianza del protagonista[3], che all'epoca aveva quaranta giorni.

[modifica] Pubblico e popolarità

Film sentimentale dai risvolti patetici, La canzone dell'amore si dirige a un pubblico piccolo borghese che fornisce la base e il sostegno del regime fascista del tempo. Il suo tono garbato e rassicurante, l'esaltazione di valori positivi di stampo cristiano e della virtù femminile susciteranno l'entusiasmo degli spettatori e decreteranno il successo del film, uscito, pochi mesi più tardi, in due versioni: la prima in tedesco, la seconda in francese. Il fortunato trinomio di amore, virtù ed evasione, colonna portante di La Canzone dell'amore verrà in seguito riproposto in molte altre popolari pellicole sonore di gusto romantico-popolare prodotte agli inizi degli anni trenta. Fra queste un posto a parte meritano quelle dirette da registi di grande mestiere e perfetti conoscitori del proprio pubblico: da Guido Brignone ad Amleto Palermi, da Nunzio Malasomma a Mario Bonnard e allo stesso Gennaro Righelli.

Ricordiamo infine che La canzone dell'amore si avvale dell'opera del più celebre e prolifico compositore leggero italiano del tempo: Cesare Andrea Bixio, il cui apporto al successo di questo ed altri celebri lungometraggi di quegli anni, sarà determinante (basti pensare a Gli uomini che mascalzoni! di Mario Camerini).

[modifica] Manifesti e locandine

La realizzazione dei manifesti, per l'Italia, fu affidata al pittore cartellonista Anselmo Ballester.

[modifica] Note

  1. ^ Contemporaneamente, fu girato negli Stati Uniti d'America un film prodotto dalla Italtone, parlato in italiano, dal titolo Sei tu l'amore? presentato però al pubblico solo il 21 ottobre 1930, e cioè due settimane dopo la Canzone dell'amore
  2. ^ In un articolo apparso sulla rivista Cinematografo del n° di Ottobre del 1930, Blasetti metterà in particolare evidenza la buona qualità del sonoro di La canzone dell'amore.
  3. ^ Intervistato nella puntata del 29 marzo 2008 de La Corrida di Gerry Scotti, su Canale 5.

[modifica] Bibliografia

  • Gian Piero Brunetta, Storia del cinema italiano (II edizione ampliata e accresciuta), Vol.II Editori Riuniti, Roma 1993.
  • Claudio Carabba, Il Cinema del ventennio nero, Vallecchi, Firenze 1974.
  • Carlo Lizzani, Il cinema italiano dalle origini agli anni ottanta,Editori Riuniti, Roma 1982.
  • Riccardo Redi, Ti parlerò...d'amor, Cinema italiano fra muto e sonoro, ERI/Edizioni Rai Radiotelevisione italiana, Torino 1986.

[modifica] Voci correlate

[modifica] Collegamenti esterni

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