La Mandragola (film)
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La mandragola | |
Rosanna Schiaffino con Totò |
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Titolo originale: | La mandragola |
Paese: | Italia/Francia |
Anno: | 1965 |
Durata: | 103' |
Colore: | B/N |
Audio: | sonoro |
Genere: | commedia |
Regia: | Alberto Lattuada |
Soggetto: | Niccolò Machiavelli |
Sceneggiatura: | Alberto Lattuada, Luigi Magni, Stefano Strucchi |
Produttore: | Alfredo Bini |
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Fotografia: | Tonino Delli Colli |
Montaggio: | Nino Baragli |
Musiche: | Gino Marinuzzi Jr. |
Scenografia: | Carlo Egidi, Umberto Turco |
Costumi: | Danilo Donati |
Si invita a seguire le linee guida del Progetto Film |
« Ligurio: Vedete, Callimaco? La gente vuole essere ingannata. Il buon Dio ha fatto questo mondo per noi. » |
La mandragola è un film diretto dal regista Alberto Lattuada. Tratto dall'omonima commedia di Machiavelli, il film è stato girato ad Urbino ma ambientato nella Firenze del 1500.
Indice |
[modifica] Trama
La trama è esattamente la stessa della commedia teatrale, sebbene vi siano state aggiunte delle scene o le stesse siano state rese in maniera differente rispetto al corpus originario.
Nel corso di un lungo soggiorno a Parigi, il giovane Callimaco viene a sapere dall'amico Cammillo Calfucci della bellezza di Lucrezia, sposata da quattro anni con il ricco quanto sciocco notaio Nicia Calfucci, da cui non riesce ad avere figli. Tornato a Firenze, egli vede per la prima volta e si innamora della donna, che tenta di incontrare e sedurre ma senza successo. Ad aiutarlo nell'impresa, oltre al suo servo Siro, è il parassita Ligurio, che ha una grossa influenza su Nicia; Ligurio consiglia Callimaco di fingersi dottore e di convincere il notaio di far bere alla moglie un infuso di mandragola, in grado di curare la sua presunta sterilità (è infatti Nicia ad essere impotente). Questa magica cura ha però una controindicazione: chi avrà il primo rapporto sessuale con la donna verrà infettato dal veleno della mandragola e morirà entro otto giorni. Per ovviare al problema e al contempo proteggere l'onore di Nicia, basterà farla incontrare di nascosto con il primo "garzonaccio" di strada, che assorbirà tutto il veleno mortale.
Persuaso Nicia, rimane solo di convincere Lucrezia, che non acconsentirà mai visto il suo carattere pio e devoto. Interverrano questa volta anche la madre Sostrata e il frate Timoteo, che giocando proprio sulla sua devozione cristiana - importante drammaturgicamente la citazione biblica di Lot e le figlie - la convinceranno alla "cura". Quella notte Callimaco si travestirà da mendicante e verrà portato dal marito stesso nelle braccia della moglie, che non si accontenterà di questo fugace incontro ma vorrà reiterarlo nel tempo a venire.
[modifica] Scene aggiuntive
- La predica: Un frate predica veementemente contro il peccato di lussuria e la corruzione della carne, con le divertenti reazioni di un macellaio ed un vecchio moribondo.
- Le terme: Callimaco viene a sapere da Siro che Lucrezia è solita andare alle terme ogni venerdì pomeriggio e fare il bagno nuda. Il giovane vi si reca e paga il bagnino Ugolino per accedere ad un corridoio segreto che separa i bagni degli uomini e quello delle donne, con tanto di buchi nel muro per i guardoni. La nudità di Lucrezia causa tanta ilarità nei bagnanti che essi finiscono per sfondare la parete, finendo dritti nel bagno delle donne
- Le cure mediche: Contrariamente a quanto avviene nell'opera teatrale, vengono rappresentati gli strambi tentativi per guarire Lucrezia dalla sterilità, quali il sasso bollente o il bagno nel pepe indiano.
- L'androgino: Per evidenziare la credulità della gente comune a cui Nicia appartiene, Lattuada rappresenta il falso miracolo di una donna trasformata per metà in uomo da Dio per salvarla da uno stupratore. Questo falso miracolo è in realtà l'inganno di un truffatore per estorcere denaro dalla folla
- Il negromante: L'idea di Ligurio di utilizzare la storia della mandragola è giustificata nel film dall'incontro in campagna con un negromante, che estrae la pianta e ne descrive le virtù terapeutiche e magiche
- L'urina di Lucrezia: Svuotata erroneamente l'ampolla di urina per le analisi mediche, Callimaco la utilizza per dare maggiore credibilità a Nicia assaggiandone il nuovo contenuto: del vino di cattiva annata versato poco prima da Siro
- Il ritrovamento: Prima dell'incontro con fra Timoteo, Lucrezia e Sostrata assistono al ritrovamento di una statua di Apollo. Questa scena mette in risalto il tema del corpo come scoperta e miglioramento dell'individuo contrapposto alla condanna cristiana del corpo come peccato
- Il poeta e l'incappucciato: Il conflitto amoroso della scena IV dell'atto IV viene ad essere sostituito da una scena giocosa che contempla la presa in giro di un rimatore di piazza ed un povero incappucciato, che crede essere il destinatario dei trecento fiorini per fra' Timoteo
- Totò e i teschi: Fra' Timoteo scende nelle catacombe ove sono conservati i suoi vecchi fratelli, a cui parla ed accende diverse candele. Questa scena - della durata originaria di due minuti e mezzo - è stata inizialmente scartata in fase di montaggio e poi reinserita molti anni dopo in forma ridotta.
- La notte del travestimento: Se nell'opera teatrale il "rapimento" di Callimaco avviene senza problemi, nel film passa attraverso due incidenti: l'aggressione ad un passante e l'incontro col bargello, che viene evitato facendo credere Callimaco un indemoniato.
[modifica] Curiosità
- L'antefatto della vicenda e la discussione tra Callimaco e Cammillo sulle donne francesi ed italiane sono rappresentati all'inizio del film, mentre nell'opera teatrale sono raccontati nella scena I dell'atto I da Callimaco. Lo stesso vale per altri avvenimenti fuori scena, come il dialogo tra Sostrata e Nicia e la notte di Callimaco e Lucrezia
- Il primo incontro tra Callimaco e Ligurio era antecedente all'inizio della vicenda nell'opera teatrale, mentre nel film avviene quasi a metà dell'opera
- Dopo un'ora di bagno nel pepe indiano, Lucrezia esce esasperata dalla tinozza e dice scherzosamente al marito di rimanere dentro al suo posto, aggiungendo ironicamente che magari sarà lui a divenir pregno. Poco dopo Ligurio stesso conferma altrettanto ironicamente la validità dell'asserzione della donna, mettendolo in parallelo con lo sciocco Calandrino della terza novella della nona giornata del Decamerone. Questo riferimento al capolavoro di Boccaccio è totalmente assente nell'opera originaria
- Nel film vi è un riferimento all'altra commedia di Machiavelli, la Clizia, che un banditore di piazza pubblicizza il giorno stesso dell'arrivo di Callimaco a Firenze. Questo riferimento è però erroneo, in quanto la Clizia è stata messa in scena per la prima volta nel 1525, precisamente venticinque anni dopo dall'inizio della vicenda
- Fra' Timoteo non è di origini fiorentine come voleva l'opera teatrale, ma napoletana, in onore alle origini di Totò
- Le scene all'interno del convento sono state girate clandestinamente e molto velocemente, in quanto l'arcivescovo di Urbino, appena saputo delle riprese del film, ha intimato alla produzione di stare alla larga dal convento e limitato il
loro campo di azione alla città ed alla campagna
[modifica] Premi e riconoscimenti
- Nomination Premi Oscar 1967 per i costumi in bianco e nero a Danilo Donati.
- Targa d'oro al David di Donatello 1966 a Rosanna Schiaffino
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