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Grifeo di Partanna - Wikipedia

Grifeo di Partanna

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Stemma della famiglia Grifeo di Partanna
Stemma della famiglia Grifeo di Partanna

La Famiglia Grifeo di Partanna è una antica e importante famiglia della Sicilia. La sua storia certificata è lunga oltre 900 anni, vissuta con discrezione, senza clamori ma ricoprendo spesso, nei secoli, ruoli decisivi in Sicilia, Italia ed Europa. Oggi la Famiglia è ancora fiorente e ha rappresentanti nei rami, siciliano, napoletano e romano.

Indice

[modifica] La storia

[modifica] Le origini della Baronia

Il nucleo originario della storia familiare in Sicilia fu, appunto, nel centro fortificato di Partanna (in provincia di Trapani, a pochi chilometri dal grande parco archeologico di Selinunte). Nel 1092 l'allora piccolo centro abitato riunito intorno all'originario casale munito di difese, costituì una nuova Baronia comprendendo le fertili terre del circondario. Questa fu concessa definitivamente ai Grifeo grazie al Privilegio scritto in lingua saracena e greca, emanato da Re Ruggero II d'Altavilla nel 1137 (o 1139 secondo i calcoli dello storico Antonio Varvaro Bruno[1]), primo vero Monarca del Regno di Sicilia.

Da quel momento la storia della Famiglia ha proseguito senza interruzioni fino all'attuale XXI secolo, con l'intrecciarsi di parentele che hanno legato la sequenza genealogica a nomi ben conosciuti fra le antiche famiglie siciliane, italiane ed europee. Tanto per citarne alcune: Palizzi, Lentini, Branciforte, Perollo, Moncada, Grimaldi, Gravina di Palagonia, Spatafora (o Spadafora), Tagliavia di Castelvetrano, Alliata di Villafranca, La Grua di Carini, Lanza di Trabia, Beccadelli di Bologna, Migliaccio di Floridia, Statella di Spaccaforno, Gandolfo di San Giuseppe, Geraci Attisani, Caldarera di Camemi, Ventimiglia Aragona di Geraci, Pignatelli, Ruffo di Calabria, D'Arenos e Requesens.

Nel 1282, fondamentale fu per l'area di Messina e per l'Isola, l'aiuto di Bartolomeo Grifeo (nipote di Giovanni III Grifeo, III Barone di Partanna) alla rivolta dei Vespri Siciliani. Una citazione sul personaggio, fra tutte le altre, arriva dall'Annuario della Nobiltà Italiana del Crollalanza, edizione del 1896 (anno XVIII) a cura della Direzione del Giornale Araldico: Giovanni e Bartolomeo furono stratigoti di Messina, e il secondo ebbe parte principale nel Vespro Siciliano.

  • - Dall'Archivio di Stato di Messina - [Da sottolineare sono l'importanza e il potere di uno Straticoto: l’istituto di questa figura (detta anche Straticò o Stratigoto) risale all’epoca bizantina; la carica aveva carattere militare; i normanni, dopo l’istituzione dei baiuli (magistrati), lasciarono a capo di Messina lo straticoto che, insieme alla sua curia, ebbe come competenza principale quella di far eseguire le leggi ed amministrare la giustizia. Lo straticoto interveniva pure nell’elezione degli ufficiali della città (giurati, maestri di piazza, consoli del mare ed altri); i trasferimenti dei beni immobili si dovevano fare per mezzo della sua curia].

Non bisogna dimenticare che durante i Vespri, proprio Messina riuscì a resistere all'assalto dell'Armata di Re Carlo I d'Angiò: il Monarca voleva riportare la Sicilia all'obbedienza della sua Casata e la conquista della città era fondamentale per l'invasione dell'Isola. L'assedio e gli assalti alla città durarono da fine maggio 1282 al 26 settembre dello stesso anno quando Carlo I se ne tornò sconfitto a Napoli. La corona della Sicilia passò così a Pietro III d'Aragona, marito di Costanza, figlia del defunto Re Manfredi di Svevia, chiamati nell'Isola dalla nobiltà e dal popolo siciliano.

Tornando a focalizzare l'attenzione su Partanna, dopo la nascita della Baronia e con il passare dei secoli, si consolida l'abitato del Feudo, prima limitato quasi al solo edificio fortificato. Nel XIV secolo viene disposta l'edificazione della prima cinta muraria che servirà a proteggere il primo nucleo storico insieme al Castello Grifeo.

Altro episodio, piuttosto cruento, ha il suo epilogo nel 1392 con la fine della Famiglia Chiaramonte che aveva capeggiato una coalizione decisa a scacciare gli Aragona, Re di Sicilia. Giorgio Grifeo contribuì al processo di eliminazione dei chiaramontani nell'area di Mazara del Vallo. Il racconto viene dal volume "Della Sicilia Nobile" di Francesco Emanuele e Gaetani, Marchese di Villabianca - edizione 1757: "Giorgio Graffeo, allorché costui invitato a far ritorno in Mazara dall'universale de' Cittadini suoi Compatrioti, ivi portòssi con 200 cavalli, e vi passò a fil di spada non picciol numero di soldati, e di gente della fazione Chiaramontana, e questo nei tempi del Semplice Re Federigo".
L'ultimo Chiaramonte, Andrea, proprio per questa sua rivolta anti aragonese, venne decapitato di fronte al suo palazzo di Palermo nel 1392.

[modifica] Il Privilegio dato da Federico II

Affresco Sala delle Feste, Castello Grifeo, Partanna (Tp)
Affresco Sala delle Feste, Castello Grifeo, Partanna (Tp)
Affresco Sala delle Feste, particolare dello scudo con il testo che richiama le concessioni del feudo e le origini della famiglia. Castello Grifeo, Partanna (Tp)
Affresco Sala delle Feste, particolare dello scudo con il testo che richiama le concessioni del feudo e le origini della famiglia. Castello Grifeo, Partanna (Tp)

Il diploma di infeudamento Grifeo a Partanna fu rilasciato dal Gran Conte Ruggero, riportato integralmente nella seconda concessione data da re Ruggero di Sicilia nel 1139 a Giovanni II Grifeo e ancora una volta ricopiato, per definire i confini dei possedimenti, nel testo del privilegio rilasciato nel 1243 dall'imperatore Federico II a Goffredo I, quarto barone di Partanna.

Un atto necessario in quanto l'imperatore doveva mettere ordine nei territori dei suoi domini. Così il monarca richiamò in vigore l'antica legge "De resignandis privilegis" emanata da re Ruggero II nel 1140. Tutti i feudatari dovevano correre dall'imperatore con i documenti, le antiche donazioni e privilegi per comprovare storicamente i loro possedimenti.

Il testo del diploma consegnato a Goffredo I Grifeo è riportato integralmente su “Partanna nella storia e nell'arte, nella Fede e nel Folclore” di Antonio Varvaro Bruno, edito da Scuola Grafica “Don Orione” - Palermo 1956, dove, come fonte, viene utilizzata la raccolta palermitana della Magna Reale Curia, fra le carte del volume risalente all'anno 1605. Nella stessa raccolta la pergamena del privilegio firmato da Federico II, misura 44 cm per 47,5 con in alto un margine di 5 cm. Il documento era stato originariamente piegato così tante volte che, aperto, risulta suddiviso in 16 quadri; dove le pieghe orizzontali e verticali si incontrano, qualche lettera risulta cancellata in parte o del tutto. I caratteri sono alti 3 mm, la paleografia semplice e comprensibile, è in forma gotica e in latino. La prima parola “Fridericus” è alta quattro volte rispetto alle altre, con uno svolazzo della coda che dalla lettera “F” scende fino al settimo paragrafo/riga.

Questo il testo (tradotto dal latino e diviso nei paragrafi/righe originali):

1) Federico per grazia di Dio augusto Imperatore dei Romani e Re di Sicilia e Gerusalemme. Pel presente privilegio facciamo noto a tutti, si presenti che futuri, che, dopo solenne Curia a Ca-

2) pua celebrata, ove facemmo l'editto generale per tutti di presentare i privilegi, Goffredo de Graffeo, abitatore di Mazara, fedele nostro, presentatosi a noi, residenti felicemente presso Foggia, dinanzi all'Altezza nostra consegnò alla nostra Grandezza un

3) privilegio del sig. Re Ruggero di b. m. munito di sua bolla plumbea pendente, in lingua greca, concesso al fu Giovanni de Graffeo, proavo di esso Goffredo, e i suoi eredi e successori sulla concessione del casale di PARTHANNA, sito in Val di

4) Mazara, tra i territori di Castelvetrano e di Salemi, coi diritti confini e pertinenze dello stesso casale, con 17 VILLANI, nominati con loro pertinenze nel predetto privilegio, tanto in detta lingua greca che nell'arabica, fatta allo stesso fu

5) Giovanni de Graffeo con i suoi eredi e successori. E supplicò umilmente e devoto che gli si restituisse il detto privilegio e ci degnassimo di concedere e confermar per nostra grazia, ciò che in esso contenevasi. Il qual privilegio, esibitoci dallo stesso

6) Goffredo, la nostra Serenità ordinò essere osservato e diligentemente esaminato dagl'interpreti della nostra M. Curia, conoscenti ambo le lettere e le lingue, cioè la greca e la latina, nostri notari e fedeli. Per i quali sul contenuto di esso

7) la Maestà nostra ha avuto piena notizia. Il tenore del qual privilegio, secondo la versione, per bocca de' predetti interpreti, nostri notari e fedeli, è tale: RUGGERO, PIO E POTENTE RE, IN CRISTO DIO ONNIPOTENTE

8) Donare è cosa utile e salutare all'anima. Lo sa certissimo la potenza nostra; ma molto più quei che servono. Alla stessa (nostra potenza) conviene provvedere con sincera sollecitudine, ad essa con beneficio. Onde, trovando te, GIOVANNI denominato DE GRAFFEO, ancor nell'età tua

9) giovanile, serviente NOI diligente e sollecito, ed uno ordinato e fedele, tra quei che sono sotto la podestà nostra dei militi, e fermamente, promettente di compiere quegli uffici, che a Te sono stati commessi, NOI, dunque, con tutta sollecitudine conce-

10) dendo, è proprio della nostra potenza renderti degno d'alcun beneficio. E pertanto ti concede la potenza nostra nella nostra Isola Sicilia, Val di Mazara, tenimenti e pertinenze di Castelvetrano e Salemi, diciassette uomini con le

11) pertinenze medesime, dei quali i nomi sono questi: Daifesin, Lachu, Ripipyse, Machumut ibn Ysserif, Abdalla ibn Abdesalem, Mucumut ibn Charim, Abdetimme ebin Chuszel, Chamut, Essavat, Bikkeri el Carej,

12) Achmet Frater eius, Mutantes ebin Atie, Chasen ebin Gaz, Buzeitum el Vesen, Meimum ebin bu Lay, soror Ezevet, Esena ebin Chusein. E con essi concedesi a te e tuoi eredi e legittimi discendenti del tuo corpo

13) in pepretuo, si che il maggiore si preponga al minore e il maschio alla femmina, secondo l'uso del diritto dei Franchi, sotto il debito tuttavia del militare servizio, giusta la cosuetudine del regno, in essa Isola e stessi tenimenti e

14) pertinenze di Castelvetrano e Salemi, un casale ch'è detto PARTANNA, con tutte sue pertinenze, giustizie, tenimenti e sottoscritti suoi confini, il quale casale pervenne a ragione per la decadenza nelle mani della potenza nostra.

LA DIVISA si divide così:...

  • e da questo punto si prosegue fino alla riga 36 compresa continuando a ricalcare il decreto del 1139 con la descrizione dettagliata dei confini territoriali. Poi si continua con il testo sottoscritto da Federico II:

37) Indi noi, ammessa la supplica del detto Goffredo nostro fedele, benignamente considerando

38) molto grati e accetti i sacrifici che da tempo al Rev. Nostro Padre, l'Imp. Enrico, di divina memoria, e alla Nostra Altezza con pura fede e devozione fedelmente è prestato,

39) presta e potrà prestare di bene in meglio, dando il dominio in futuro, restituiamo il graziosamente il prescritto privilegio del detto Re Ruggero, di cel. mem. Al detto Goffredo e le cose dette

40) tutte e singole, che contengosi in esso e son concessi tra i detti territori di Castelvetrano e Salemi, un casale che si chiama PARTHANNA con tutti i diritti e le azioni sopradetti, i confini nel predetto privilegio

41) contenuti, e sue pertinenze, sotto il debito del militare servizio e per speciale grazia dell'Altezza Nostra per sicura coscienza dello stesso Goffredo, qual benemerito, e ai suoi eredi, giusta il modo e la forma di esso

42) privilegio di Ruggero. Compreso il tenore d'esso privilegio, diligentemente osservato, diamo, concediamo e in perpetuo confermiamo, salvo il militar servizio suddetto. Per memoria poi e forma di tale Nostra restituzione

43) donazione e conferma, il presente privilegio, da valere in perpetuo, abbiamo noi ordinato e fatto munire del sigillo della Maestà Nostra, l'anno, mese ed indizione

44) sottoscritti

45) Dato a Foggia, l'anno dell'Incarnazione del Signore mille duecento quarantesimo terzo, nel mese di luglio, 1. indiz. Imperante nostro signor Federico, per grazia di Dio Invictissimo Imperator dei Romani

46) sempre Augusto Re di Sicilia e Gerusalemme. Del suo Impero anno 22., del regno di Gerusalemme 18. e del regno di Sicilia 48. Feliciter. Amen

[modifica] Il passaggio a Principato

Stemma Grifeo dello scultore Francesco Laurana (1468), Castello Grifeo, Partanna (Tp)
Stemma Grifeo dello scultore Francesco Laurana (1468), Castello Grifeo, Partanna (Tp)

Il feudo di Partanna passò a Principato nella prima metà del XVII secolo. La data esatta del Privilegio concesso a Guglielmo I Grifeo e firmato da Re Filippo IV di Spagna è del 10 agosto 1627. Il tutto coincise con uno dei periodi di maggiore espansione e ricchezza del Feudo partannese che arrivò a sfiorare i 10.000 residenti.

Già circa due secoli prima la cittadina era stata abbellita da numerose opere di artisti italiani ed europei chiamati dai signori del Feudo, a cominciare dallo scultore rinascimentale di origine dalmata, Francesco Laurana, che soggiornò a Partanna durante il 1468.
Lì l'artista realizzò lo stemma Grifeo ancora oggi visibile nel cortile del Castello di Partanna e una serie di 13 sculture (una raffigurante Giovanni I Grifeo, capostipite della Famiglia in Sicilia - tutte sono andate perdute) inserite nei giardini del Maniero. L'artista scolpì altre statue per la Chiesa del Carmine Nuovo.

Tipiche della Partanna Principato sono invece le opere della Chiesa Matrice (una delle più belle chiese del trapanese) fatte eseguire dai Grifeo. Fra queste, la ricchissima decorazione in stucco dei fratelli Serpotta e di Vincenzo Messina, realizzate fra il 1692 e il 1729 nelle due navate laterali e nel presbiterio. Buona parte del patrimonio architettonico e artistico della cittadina è andato perso nel distruttivo terremoto della Valle del Belice (1968). Le ferite di questo cataclisma sono ancora oggi visibili nei ruderi di chiese ridotte a sole facciate o negli antichi palazzi abbandonati e transennati. Lodevoli comunque gli interventi di restauro e ricostruzione che hanno restituito a molti monumenti l'aspetto che avevano nel periodo successivo all'appena raggiunta "promozione" a Principato.

[modifica] La leggenda si confonde con la storia

Chiesa Matrice, navata centrale: aspetto attuale dopo la ricostruzione seguita al devastante terremoto della Valle del Belice (1968); Partanna (Tp)
Chiesa Matrice, navata centrale: aspetto attuale dopo la ricostruzione seguita al devastante terremoto della Valle del Belice (1968); Partanna (Tp)
Chiesa Matrice, navata destra: la ricca decorazione a stucchi visibile oggi dopo l'opera di restauro; Partanna (Tp)
Chiesa Matrice, navata destra: la ricca decorazione a stucchi visibile oggi dopo l'opera di restauro; Partanna (Tp)
Chiesa Matrice, organo ligneo con in cima l'Arma Grifeo; Partanna (Tp)
Chiesa Matrice, organo ligneo con in cima l'Arma Grifeo; Partanna (Tp)

La tradizione vuole che la genesi della Famiglia Grifeo risalga ad ancora prima della conquista normanna della Trinacria e della conseguente fine del dominio arabo nell'Isola. Quindi, prima ancora della caduta di Noto nel 1091, ultimo baluardo musulmano in Sicilia, ma ben più antecendente al febbraio 1061, momento dello sbarco sulle spiagge sicule del Gran Conte Ruggero d’Altavilla con la sua Armata normanna.

Il punto d’origine dovrebbe stare, sempre secondo la tradizione leggendaria, nel cuore dell’Impero bizantino. Un'ipotesi prettamente epica perché non si può provarla, in alcun modo, anche se è riportata spesso da molti illustri genealogisti dei secoli scorsi [2]. D'altra parte, pochissime famiglie al mondo sono in possesso di documenti che ne comprovino le origini e gli apparentamenti in periodi antecedenti l'XI secolo. Gli ultimi depositari di certe lontane verità, rimangono quindi i "sacri" testi genealogici.
L'origine del cognome e dello stemma con il Grifone passante, starebbe nel nome e nelle insegne di un comandante bulgaro sconfitto dai bizantini. Di quegli emblemi e di quel nome si impossessò Leone Foca, comandante in quella battaglia della vittoriosa Armata dell'Impero orientale, dando lui stesso origine ai Graffeo/Grifeo.

  • Il cognome Graffeo, è bene precisarlo, è la forma più arcaica del nome di Famiglia: nei primi due secoli di esistenza in Sicilia si trasformò rapidamente nella forma attuale Grifeo.

Come breve accenno a questa "discendenza imperiale", basta citare Il Blasone in Sicilia Dizionario storico-araldico della Sicilia, di V. Palizzolo Gravina, Barone di Ramione, Palermo 1871-75, Editori Visconti & Huber, Tipografia Ignazio Mirto: "... E per tacere di una remota antichità, ci piace col Mugnos fermarci ad un Leone Foca (970), figlio di Bardafoca II [3], il quale dato l’ultimo crollo a’ Bulgari, e vinto in battaglia il loro signore e capitano Grifeo, ne prese il nome e l’arme. Fu per questo ch’ei ottenne dal greco Imperatore l’isola di Candia, e numerosi castelli. Da lui un Euripione Graffeo, che con una squadra di canditoti venne militando in Sicilia, unitamente a Maniace generale dell’armata greca contro i Saraceni, facendone orribil scempio".

Qualche dettaglio in più sull'episodio è narrato proprio nel volume scritto nel 1655 da Filadelfo Mugnos, il Teatro Genologico delle Famiglie nobili, titolate, feudatarie: Leone era stato mandato al comando dell'Armata bizantina "contra i Bulgari che sotto la guida di Grifeo lor Capitano erano passati a predar la Tracia". Alla fine Leone, "col suo valore vinse, ed uccise il Capitan Bulgaro Grifeo; che fu cagione della total vittoria del esercito Greco, perloche, e per altre susseguenti vittorie ebbe dal Greco Imperatore in preggio l'Isola di Candia, ed alcuni altri castelli; là onde in segno di ciò tolse nel suo scudo in capo d'oro un Grifo nero passante sovra una lista, e di sotto tre bande azzurre, con una branca erta a guisa di combattente; e perciò (Leone) fu cognominato dal Grifo Grifeo".
Vista la data dell'impresa compiuta da Leone Foca-Grifeo, il 970, il tutto si ricollega al regno dell'imperatore Giovanni I di Bisanzio, ideatore di campagne militari che portarono, appunto, alla vittoria contro i Bulgari.

  • Da notare che con il nome di Candia si identificava l'intera isola di Creta, mentre era solo il nome dello scalo dell'antica Cnosso. Creta era stata tolta agli arabi nel 961 dalle armate bizantine guidate dal generale Niceforo Foca (due anni dopo divenne Imperatore con il nome di Niceforo II).

Il tentativo (citato da Palizzolo Gravina) di togliere agli arabi la Sicilia voluto dal generale bizantino Maniace e da Euripione (o Auripione) Grifeo, non fu il primo per la conquista dell'Isola.
Una prima iniziativa finì male. A volerla furono proprio il generale Niceforo Foca e il neo-Grifeo Leone, padre di Euripione: nel 970 Leone finì ucciso in uno scontro con i saraceni "combattendo valorosamente fra Leontini e Siragusa" (cit.: Teatro Genologico delle Famiglie nobili - Mugnos).
Un'ulteriore prova di conquista dell'Isola fu ripetuta più tardi, ma con incerto successo. Euripione però vi si distinse: affiancò il generale bizantino Giorgio Maniace e vendicò il padre facendo "memorabil strage di quei Barbari (i saraceni), cacciandoli da tutto Val di Noto e in memoria di questa vittoria edificò un Tempio nella città di Messina, in honor della Madre di Dio, che fu chiamato il Tempio di Grifeo, e della Catolica" (cit.: Teatro Genologico delle Famiglie nobili - Mugnos). Ad un certo punto, sempre secondo il Mugnos, lo stesso Euripione, che si era stabilito nell'Italia del sud sotto l'ala dei normanni Altavilla e del capitano longobardo Arduino, fu richiamato dalla madre all'isola di Candia. Vi tornò con due dei tre figli avuti da Agnesa, figlia di Arduino: Leone e Guglielmo. Il maggiore dei tre, Giovanni, si unì invece come condottiero all'esercito normanno diretto in Sicilia, militando quindi sotto il comando degli Altavilla e del Gran Conte Ruggero. Impresa molto fortunata quest'ultima, strategicamente meglio condotta. Segnò la fine del dominio arabo sulla Sicilia e pose lo stabile inizio dei Grifeo a Partanna.

  • Dopo la II Guerra Mondiale, poco prima della fine del Regno Savoia in Italia, in epoca di Referendum Regno-Repubblica, questo legame Grifeo/Foca deve essere stato preso come dato sicuro dalla Consulta Araldica. I genealogisti della Consulta stessa riconobbero lo stato di Nobile e Principe imperiale al grande Totò che si fregiò così di altri cognomi come "Griffo Focas". In breve, l'incartamento da lui presentato metteva in stretta relazione i De Curtis con i Grifeo come discendenti dallo stesso ramo della Famiglia imperiale bizantina dei Foca.

[modifica] Arma

Stemma molto semplice nella sua blasonatura, quello dei Grifeo, definito parlante in quanto nella sua veste grafica si ricollega direttamente al nome della famiglia che lo possiede.

Da qui la connessione Grifeo/Graffeo con il Grifone nero passante della prima partizione. La lettura grafica è chiara, riportata in molti armoriali.

Arma: d'oro troncato da un filetto di nero. Nel primo un Grifone di nero passante sulla partizione; nel secondo, tre sbarre d'azzurro.

Motto: Noli Me Tangere.

Il Grifone è una figura altamente evocativa. Unione del leone e dell'aquila, riassume in se la bellezza, la forza, la fierezza, l’eleganza, il potere sui cieli e sulla terra. Nel Medioevo i maghi dicevano che se si utilizzavano gli artigli di un Grifone come coppe, questi erano capaci di rivelare la presenza di veleno cambiando colore. Nella religione cristiana questo animale simboleggiava Cristo: la parte di leone perché aveva regnato come un re; quella dell’aquila per la sua resurrezione.

Le parole che compongono il motto, Noli Me Tangere (Non mi toccare, o Non mi trattenere), sono la parte iniziale della frase pronunciata da Gesù subito dopo la risurrezione, rivolta a Maria Maddalena (Dicit ei Iesus: Noli me tangere, nondum enim ascendi ad Patrem meum. Vade autem ad fratres meos, et dic eis: Ascendo ad Patrem meum, et Patrem vestrum, Deum meum, et Deum vestrum).

[modifica] Personaggi illustri

I Grifeo hanno espresso numerosi alti prelati, condottieri, ammiragli e diplomatici ammessi più volte in ordini cavallereschi; fra gli altri, all'Ordine di Malta, al Sacro Militare Ordine Costantiniano di S. Giorgio, al Reale Ordine di San Gennaro, Real Ordine di San Ferdinando e del Merito, Real Ordine di Carlo III di Spagna, Ordine Reale di Maria Luisa di Spagna, Real Ordine del Merito di San Giuseppe di Toscana, Real Ordine di San Michele di Baviera. Ottennero anche la Grandezza di Spagna di Prima Classe.

Fra i personaggi di spicco più "recenti", la Duchessa Lucia Migliaccio, figlia ed erede di Don Vincenzo Duca di Floridia e di Dorotea Borgia dei Marchesi del Casale, vedova di Benedetto Maria III Grifeo, sposa morganatica di Ferdinando I di Borbone, Re delle Due Sicilie (già Ferdinando IV del Regno di Napoli e III del Regno di Sicilia). Ben più indietro nel tempo, Benvenuto I, che fu fra i condottieri al servizio di Re Pietro IV d’Aragona nelle guerre di Catalogna e di Sardegna e Ammiraglio dell’armata marittima contro i ribelli di quelle due terre, insorti che riuscì a sottomettere con determinazione. Oppure Ugone Grifeo, uno degli eletti commilitoni che coronarono Re Ruggero II a Palermo il 25 dicembre 1130.

In ultimo, un "acquisto" importante e recente della Famiglia, il grande regista Luigi Comencini, marito della principessa Giulia Grifeo di Partanna, appartenente al ramo napoletano.

[modifica] Storia ed eventi attraverso la cronologia familiare

Vincenzo Grifeo Gravina e Migliaccio (1815)
Vincenzo Grifeo Gravina e Migliaccio (1815)
Benvenuto II Grifeo (1416)
Benvenuto II Grifeo (1416)
Ferdinanda Grifeo, duchessa di Carcaci, figlia di Vincenzo Grifeo Gravina e Migliaccio. Ritratto eseguito da Giuseppe Gandolfo (1792 - 1855)
Ferdinanda Grifeo, duchessa di Carcaci, figlia di Vincenzo Grifeo Gravina e Migliaccio. Ritratto eseguito da Giuseppe Gandolfo (1792 - 1855)

Giovanni I Grifeo fu il personaggio che iniziò a scrivere la storia della Famiglia in Sicilia.

Nel 1091, in uno scontro vitale sotto le mura di Mazara del Vallo (o ai piedi della collina di Partanna - non è stata del tutto chiarita la collocazione geografica fra le due località) si fronteggiano l'esercito Normanno degli Altavilla e le truppe saracene. In quella occasione Giovanni salva la vita del Gran Conte Ruggero che a sua volta riesce a disarcionare e travolgere il condottiero arabo Mogat (per avere una visione del dominio musulmano nell'Isola, leggere Storia della Sicilia araba).

  • La scena appena descritta è illustrata in un affresco che campeggia nella Sala delle Feste, o Sala del Trono, del Castello Grifeo a Partanna e nel complesso scultoreo del XVI secolo che domina il frontale della Cattedrale di Mazara del Vallo.

Come premio per il suo comportamento valoroso e perché ottimo condottiero, Giovanni I ottiene la cittadina di Partanna.

Spostandosi più in avanti nel tempo e quindi al 1130, Ugone Grifeo, figlio di Giovanni I, è fra i comandanti dell'Armata Normanna che sta consolidando il potere cristiano in Sicilia; sarà fra coloro che a Palermo parteciperanno all'incoronazione di Re Ruggero II.

Nel 1137, Giovanni II Grifeo, ancora ragazzo, è designato primo Barone di Partanna da Re Ruggero II, grazie ai meriti del padre Ugone e del nonno Giovanni I.

  • Fra i successivi rappresentanti della Famiglia:

1243 - Goffredo I, IV Barone di Partanna, è fra i comandanti dell'Armata dell’Imperatore Federico II, da cui ottiene la conferma dell’investitura di Partanna con Privilegio imperiale rilasciato a Foggia il I luglio 1243.

1309 - 1392 Benvenuto I, VIII Barone di Partanna, primogenito di Giovanni IV, serve Re Pietro IV d’Aragona nelle guerre di Catalogna e di Sardegna.

  • Perché queste guerre interne al Regno iberico? Il Monarca (1336-1387) non aveva figli maschi, quindi voleva assicurare alla figlia la successione al titolo. Pronta fu l'opposizione dei fratelli di Re Pietro che organizzarono una rivolta.

1314 - Giovanni IV Grifeo, VII Barone di Partanna, è Governatore di Sutera sotto il Regno di Pietro d’Aragona. Come attesta il Fazzello di Mazara, sposa Chimene (o Ximenes) d’Arenos, nobile catalana.

1338 - Guglielmo Giovanni Grifeo, dell’Ordine de’ Minori Conventuali, è Vescovo di Lipari e successivamente di Patti.

In quel periodo Benvenuto ottiene anche l'investitura di Ammiraglio dell’armata marittima per soccorrere i castelli di Chirra, San Michele, Collari ed altri della stessa Sardegna. Soggiogati i ribelli di Catalogna e di quell'Isola, ha in dono il feudo sardo di Galtellin col titolo di Visconte. In più, nel Regno di Sicilia, Benvenuto riceve la Baronia di Misirrindino con privilegio.

1493 - Baldassarre I, XIII Barone di Partanna e VI Visconte di Galtellin, dopo aver servito nella corte di Ferdinando il Cattolico, a 19 anni diventa Generale nella guerra di Granada e di Portogallo, dando prova di particolare valore; sposa Eleonora Paternò.

1570 - Goffredo III , XV Barone di Partanna, figlio secondogenito di Baldassarre I, succede al titolo alla morte del fratello maggiore, Mario I, per mancanza di eredi maschi da parte di quest'ultimo. Per portare avanti la continuazione del nome appianando le dispute familiari, Goffredo sposa Francesca Grifeo Vernagalli, figlia di suo fratello Mario e quindi sua nipote. Lo stesso Goffredo continua la tradizione di condottieri di marina: posto al comando di una flotta, viene spedito a Mazara del Vallo per opporsi al corsaro Dragorot che infesta i mari di Sicilia e ha intenzione di attaccare l'isola di Malta.

1627 - Guglielmo I, XVIII Barone di Partanna, XI Visconte di Galtellin, Signore di Ciminna, è il primo Principe di Partanna; il titolo viene concesso dal Re Filippo IV con suo privilegio, spedito da Madrid il 10 Agosto del 1627, esecutivo dal 20 Maggio 1628.

1647 - Mario Grifeo e Bologna, con Privilegio concesso il 14 luglio 1634 è il primo di questa Famiglia a ottenere il titolo di Duca di Ciminna. Già nel 1641 era governatore della Nobile Compagnia della Carità di Palermo e nel 1647 Pretore di Palermo. Nel 1650 ricopre la carica di ambasciatore del Senato di Palermo presso il Principe e condottiero spagnolo Don Giovanni d'Austria.

1685 - Francesco Maria Grifeo, Vescovo di Mazara: il suo ricco corredo oggi fa parte del Museo Diocesano collocato al Seminario dei Chierici, edificio del 1710 nella stessa Mazara del Vallo.

1725 - Ignazio Grifeo e Papè, Marchese di Miraelrio, Senatore nel Vicereame di Sicilia e capitano di fanteria negli eserciti di Sicilia sotto Re Vittorio Amedeo II di Savoia.

1740 - Girolamo I, XXII Barone e V Principe di Partanna, XV Visconte di Galtellin, IV Duca di Ciminna, Duca di Gualtieri, è più volte Deputato del Regno, Capitano Giustiziere di Palermo e Pretore. Inoltre ottinene più volte la carica di Consigliere Aulico intimo di Stato dell'Imperatore Carlo VI.

1747 - Benedetto Grifeo II, VI Principe di Partanna, è Capitano Giustiziere di Palermo ed entra nell'Ordine di Malta.

1750 - Girolamo Maria II, XXIV Barone e VII Principe di Partanna, XVII Visconte di Galtellin, VI Duca di Ciminna, Duca di Gualtieri, diviene Cavaliere di Malta nel 1762 e nel 1771 Capitano Giustiziere. Dopo il tumulto del 1773, viene spedito Ambasciatore al Re di Napoli dal Senato e dal popolo siciliano nel 1782. È Deputato del Regno dal 1775, Ministro della Giunta Pretoria di Palermo dal 1779, Pretore di Palermo, Gentiluomo di Camera con esercizio di S. M., e Cavaliere dell'insigne Reale Ordine di San Gennaro.

1781 - Benedetto Maria III, VIII Principe di Partanna, nato nel 1756, Deputato del Regno nel 1786, sposa la Duchessa Lucia Migliaccio e Borgia, che gli porta in dote il Ducato di Floridia, la Baronia delle quattro parti del Feudo della Cavalera e il territorio di Mandarado. Benedetto è Cavaliere del Reale Ordine di San Gennaro, Gentiluomo di Camera con esercizio e Consigliere di Stato di Sua Maestà.
La Duchessa Lucia invece è Dama di Corte della Regina delle Due Sicilie, Dama dell'Ordine di Maria Luisa di Spagna e della Croce Stellata d'Austria. Rimasta vedova, il 28 Marzo del 1812, sposa Re Ferdinando di Borbone: essendo matrimonio morganatico, la nobildonna non ha il titolo di Regina e i suoi figli non possono accampare diritti sulla Corona. Deve perciò risiedere in un palazzo separato dalla Reggia napoletana. Ferdinando le dona Villa Floridiana all'interno di Parco Grifeo e il titolo di Principessa di Castùra.

1815 - Vincenzo Grifeo Gravina e Migliaccio, XXVI Barone e IX Principe di Partanna, XIX Visconte di Galtellin nel Regno di Sardegna, VIII Duca di Ciminna, I Duca di Floridia, è Gentiluomo di Camera con esercizio, Inviato Straordinario, Ministro Plenipotenziario e Ambasciatore presso la Corte del Regno di Prussia e presso le maggiori Corti d'Europa. Tiene la Legazione Napoletana presso Re Carlo Felice in Torino dall'Ottobre del 1823 al Gennaio del 1827. È anche Consigliere di Stato. Numerose le onorificenze e le appartenenze a ordini e cavalierati.

Il Conte Luigi, fratello di Vincenzo Grifeo Gravina e Migliaccio, è Segretario di Legazione a Torino, mentre lo stesso Vincenzo vi è Ministro. In seguito, sale ai più alti gradi della diplomazia. È per molti anni Inviato Straordinario e Ministro Plenipotenziario di S. M. Siciliana presso S. A. I. e R. il Granduca di Toscana e presso le Corti Ducali di Parma, Modena e Lucca. In seguito, viene trasferito a Berlino e quindi a Madrid, dove muore il 18 Agosto del 1860.

Francesco Grifeo e Gravina, nato a Berlino il 5 luglio 1821, morto a Palermo il 6 ottobre 1900, ottiene il rinnovo del titolo di Duca di Valverde con Regio Decreto del 24 agosto 1872. È gentiluomo di Corte di S. M. la Regina Margherita, cavaliere d'Onore e di Devozione dell'Ordine di Malta, Cavaliere Ufficiale dell'Ordine della Corona d'Italia e dell'Ordine dei SS. Maurizio e Lazzaro, Grande Ufficiale del Nichan-Iftikhar di Tunisi.

Leopoldo Grifeo, nato a Catania il 4 novembre del 1822 (di Giuseppe Girolamo, di Domenico Grifeo e del Bosco, fratello di Benedetto Maria III, VIII Principe di Partanna) ha come padrino di battesimo S. A. R. il Principe Leopoldo di Borbone e come madrina, la Principessa e Duchessa Lucia Migliaccio, già moglie morganatica di Re Ferdinando.

[modifica] Segni Grifeo nell'Architettura e nella "Toponomastica"

Castello Grifeo, ingresso sud, Partanna (Tp)
Castello Grifeo, ingresso sud, Partanna (Tp)
Castello Aselmeyer, o Castello Grifeo a Napoli
Castello Aselmeyer, o Castello Grifeo a Napoli
Monumento voluto nel 1784 da Girolamo II Grifeo allora pretore (sindaco) di Palermo, per celebrare l'abbattimento del bastione marittimo delle mura urbiche. Foro Umberto I, Palermo
Monumento voluto nel 1784 da Girolamo II Grifeo allora pretore (sindaco) di Palermo, per celebrare l'abbattimento del bastione marittimo delle mura urbiche. Foro Umberto I, Palermo
Epigrafe sul monumento voluto da Girolamo II Grifeo. Foro Umberto I, Palermo
Epigrafe sul monumento voluto da Girolamo II Grifeo. Foro Umberto I, Palermo

Vie e palazzi che portano il nome della Famiglia siciliana, sono sparsi un po' ovunque in Italia, con una naturale concentrazione in Sicilia e nel Meridione, specialmente nel catanese, palermitano, trapanese e a Napoli.

  • Isola Sacra, frazione di Fiumicino (RM), via Federico Grifeo;
  • Firenze, via Federico Grifeo e la Scuola materna Comunale Grifeo in via delle Lame. Le due intestazioni fiorentine ricordano il Conte Federico Grifeo (25 aprile 1894-1917), bersagliere, Medaglia d'Oro per comportamento eroico nella Grande Guerra;
  • Napoli, via del Parco Grifeo, che riporta il nome di tutta la zona residenziale immersa nel verde appartenuta alla Famiglia siciliana. E poi, Palazzo Sala-Grifeo e Palazzo Partanna (oggi sede della Confindustria campana) senza dimenticare la splendida Villa Floridiana, appartenuta alla Principessa e Duchessa Lucia Migliaccio di Floridia, vedova di di Don Benedetto Maria Grifeo VII Principe di Partanna, sposata in seconde nozze morganatiche (Palermo 27-11-1814) con Re Ferdinando IV di Borbone;
  • Sempre a Napoli, altro esempio è il Castello Aselmeyer o, più correttamente, Castello Grifeo, ultimato nel 1902 dall'architetto e urbanista Lamont Young. L'edificio rappresenta una delle migliori realizzazioni architettoniche neogotiche d'Italia;
  • Palermo, monumento-obelisco che riporta il nome di Girolamo II Grifeo, principe di Partanna, pretore di Palermo e senatore del Regno Siciliano, promotore dell'opera. Il monumento, datato 1784, si trova su Foro Umberto I, all'angolo con via Lincoln. L'opera celebra l'abbattimento del bastione marittimo delle mura cittadine, necessario per la trasformazione urbanistica di questa fetta di città, lavori che avvennero appunto durante il periodo in cui Geronimo Grifeo era Pretore.
  • Palermo – Mondello Lido, via Partanna Mondello, in riferimento al borgo/quartiere fondato nel XVIII secolo dal Principe Girolamo I Grifeo e dalla moglie Laura La Grua, Principessa di Carini, la quale si fece costruire una residenza di campagna, meglio conosciuta come "Villa Partanna"
  • Caltagirone (CT), via Grifeo e i due palazzi Grifeo (uno in Corso Vittorio Emanuele, accanto alla stessa via Grifeo e l'altro in via Roma 161); non c'è più invece Teatro Grifeo, oggetto dal 1851 di lavori di restauro da parte di Giovan Battista Filippo Basile, autore del progetto per il Teatro Massimo a Palermo e di tanti altri interventi architettonici in Sicilia e in Grecia.
  • Viagrande (CT), Palazzo Carcaci-Grifeo di Partanna (1735), di proprietà del Comune: sta scivolando sempre più verso la completa rovina senza che si intervenga per il suo consolidamento;
  • Sciacca (AG), Palazzo Graffeo o Grifeo, in via Giuseppe Licata 218;
  • Terrasini (PA), Palazzo D'Aumale, costruito nel 1835 da Don Vincenzo Grifeo, oggi Museo Regionale di Storia Naturale e Mostra permanente del Carretto Siciliano;
  • Villagrazia di Palermo, zona di via Aloi, Casa Grifeo/Graffeo, una villa/baglio settecentesca con annessa una piccola cappella.

Tutto ciò senza contare le numerose presenze di monumenti, sepolcri, all'interno di chiese e aree urbane.

[modifica] Note

  1. ^ In coda al diploma firmato da Re Ruggero II si legge "Il presente privilegio, bollato e segnato, si consegna a Te, predetto GIOVANNI de GRAFFEO, nella città nostra, tanto confermata, di PALERMO, nel mese d'APRILE, indizione 2a, anno seimilaseicento quarantasettesimo. Ruggero in Cristo Dio, potente pio e aiutatore dei Cristiani". Secondo Varvaro Bruno la data non corrisponde al "1137 come hanno scritto tutti errando finora. L'era della creazione si assegna a 5508 anni prima di Cristo. Sottratti questi dall'anno 6647, si ha l'anno 1139".
  2. ^ Fra gli altri autori e genealogisti che citano e avvalorano l’origine bizantina: Rocco Planeta, Canonico della Cattedrale di Trapani, autore della ricostruzione storico/genealogica Grifeo in Storia delle Famiglie Illustri Italiane e in Genealogia della Nobilissima Famiglia Grifeo dei Principi di Partanna; Filadelfo Mugnos; Charles Dû Fresne Sieur Du Gange – vedi Bibliografia
  3. ^ Generale bizantino, morto nel 969, al comando delle armate dell'imperatore Costantino VII nel 945

[modifica] Bibliografia

- PARTANNA nella Storia nell'Arte nella Fede e nel Folclore di Antonio Varvaro Bruno, Scuola Grafica "Don Orione", Palermo 1956.

- Storia delle Famiglie Illustri Italiane volume II, autori vari – fine XIX secolo. Canonico Rocco Planeta, autore del capitolo sui Grifeo. L’edizione è visibile alla Biblioteca Centrale di Roma – Castro Pretorio – sezione Storia, sottosezione Araldica.

- Sempre di Rocco Planeta, Genealogia della Nobilissima Famiglia Grifeo dei Principi di Partanna, Stabilimento Tipografico Francesco Napoli, Caltagirone, Edizione 1910.

- Annuario della Nobiltà Italiana, dall'edizione del 1896 (anno XVIII), alle successive - a cura della Direzione del Giornale Araldico e dell'Annuario della Nobiltà Italiana - Bari, Corso Vittorio Emanuele 81.

- Historia Byzantina, di Charles Dû Fresne Sieur Du Gange, Latetiae Parisiorum, 1682, parte I, pagina 151.

- Per la sequenza genealogica Grifeo più recente (fino al 1935) Enciclopedia Storico Nobiliare Italiana - Famiglie Nobili e Titolate Viventi riconosciute dal R.° Governo d’Italia - Vittorio Spreti e collaboratori, Forni Editore, Bologna -Ristampa anastatica dell’edizione di Milano del 1928/1935 (continuazione dell’ultimo quarto a pagina 562 e continuazione a pagina 563).

- Teatro Genologico delle Famiglie Nobili, Titolate, Feudatarie, & Antiche Nobili, del Fidelissimo Regno di Sicilia, viventi ed estinte, del Signor Dottore D. Filadelfo Mugnos - parte seconda - Libro III - da pagina 1 a pagina 4 - stampato a Palermo, per Domenico d'Anselmo MDCLV - Imp. Salernus V. G. Imp. de Denti Pref.

- Dizionario Storico-Blasonico delle famiglie nobili e notabili italiane, estinte e fiorenti, del Commendatore Giovanni Battista di Crollalanza - volume primo - Direzione del Giornale Araldico - Pisa 1886.

- Della Sicilia Nobile, di Francesco M. Emanuele e Gaetani, Marchese di Villabianca, Signore del Castello di Mazara e della Baronia della Merca - parte seconda e sua continuazione - pagine: 78/79; nella continuazione, pagg. 55/57 e 134/137 - stampato a Palermo MDCCLIV - nella Stamperia de' Santi Apostoli, in piazza Vigliena, per Pietro Bentivenga.

- La Storia dei Feudi e dei Titoli Nobiliari in Sicilia dalla loro origine ai nostri giorni (1925), dell'Avvocato Francesco San Martino De Spucches - volume Quinto - quadro 567 a quadro 711 - da pagina 415 a pagina 420 - Palermo, Scuola Tipografica "Boccone del Povero", 1927.

- Il Blasone In Sicilia, Dizionario Storico-Araldico della Sicilia, di V. Palizzolo Gravina, Barone di Raimone - Ristampa anastatica dell'edizione 1871-1875, Editori Visconti & Huber, Tipografia Ignazio Mirto, Palermo.

- Dizionario Enciclopedico Italiano, Istituto della Enciclopedia Italiana fondata da Giovanni Treccani, Roma, Istituto Poligrafico dello Stato, 1970. - Nobiliario e Blasonario del Regno d'Italia, del Conte Silvio Mannucci, volume II, da pagina 381 a pagina 382, Roma, Collegio Araldico, Corso Vittorio Emanuele 101. - Storia di Sicilia, di Luigi Natoli (William Galt), S. F. Flaccovio Editore, Palermo, ristampa 1989. - Castelli Medievali di Sicilia, autori vari, Regione Siciliana, Centro Regionale per l'Inventario, la Catalogazione e la Documentazione dei Beni Culturali e Ambientali, 2001, Grafiche Renna, Palermo.

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