Compagno (Islam)
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Compagno (Ṣāḥib o Ṣaḥābi, plurale Aṣḥāb, Ṣaḥb) è il termine arabo per indicare chi sia stato a qualsiasi titolo di fedele e di discepolo a contatto, sia pur occasionale, del profeta dell'Islam Maometto.
Ogni Compagno è considerato - a parte Maometto - credente di eccezionale levatura spirituale e morale e ciò per aver potuto usufruire utilmente dell'illuminata guida diretta o indiretta del Profeta, in un periodo storico in cui si considera che l'Islam abbia conosciuto i propri momenti migliori.
Questo non significa necessariamente che i Compagni siano stati uomini in assoluto esenti da colpe. Questo perché repelle al sentimento islamico più autentico la figura del "santo", da venerare perché si possa invocarne l'intercessione (ma nell'accezione popolare dell'Islam si conoscono non poche eccezioni, combattute dall'Islam ortodosso, tra cui il diffusissimo culto nordafricano dei Marabutti). E tuttavia la dottrina islamica ha determinato che il corruccio di Dio di fronte a un comportamento non esemplare di un Compagno o, addirittura, a un suo peccato comporterà un Suo più rapido e misericordioso perdono.
Questo, in particolare, per risolvere la difficile questione di chi nella Battaglia di Siffin fosse stato dalla parte del torto: se Ali ibn Abi Tàlib o Mu'awiya ibn Abi Sufyan, entrambi Compagni: dilemma su cui già s'interrogarono anche i Murgismo che decisero infine di demandare per l'appunto a Dio l'arduo responso, attendendo l'aldilà per conoscerlo.
La generazione successiva ai Compagni e che con essi abbia avuto relazioni più o meno prolungate, è definita dei Seguaci (in arabo Tabi'un).
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