Cariddi
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Cariddi (in greco Χάρυβδις) nella mitologia greca era un mostro marino. In principio, Cariddi era una donna, figlia di Poseidone e Gea, dedita alle rapine e famosa per la sua voracità. Un giorno rubò ad Eracle i buoi di Gerione e ne mangiò alcuni. Allora Zeus la fulminò facendola cadere in mare, dove la mutò in un mostro che formava un vortice marino, capace di inghiottire le navi di passaggio. La leggenda la situa presso uno dei due lati dello stretto di Messina, di fronte all'antro del mostro Scilla. Le navi che imboccavano lo stretto erano costrette a passare vicino ad uno dei due mostri. In quel tratto di mare i vortici sono causati dall'incontro delle correnti marine, ma non sono di entità rilevanti.
Secondo il mito, gli Argonauti riuscirono a scampare al pericolo, rappresentato dai due mostri, perché guidati da Teti madre di Achille, una delle Nereidi.
Cariddi è menzionata anche nel canto XII dell'Odissea di Omero, in cui si narra che Ulisse preferì affrontare Scilla, per paura di perdere la nave passando vicino al gorgo.
Secondo alcuni studiosi, la collocazione del mito di Scilla e Cariddi presso lo stretto di Messina sarebbe dovuta ad un'errata interpretazione: l'origine della storia potrebbe in realtà avere avuto luogo presso Capo Skilla, nel nord ovest della Grecia.
Oggi Cariddi è collocabile sulla punta messinese della Sicilia, a Capo Peloro.
Cariddi è anche il nome del più famoso traghetto delle Ferrovie dello Stato, tristemente affondato il 14 marzo 2006 nelle acque antistanti il porto di Messina. [1]
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