Caparozzolante
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Caparozzolante è un termine di origine dialettale che identifica esclusivamente il pescatore di vongole veraci, denominate in lingua veneta, "caparozzoli" (vezzeggiativo di "cappa", conchiglia), raccolte nelle lagune costiere del Veneto.
La principale differenza con i pescatori di vongole in senso generale è data sia dal contesto in cui viene praticata la raccolta, le acque interne lagunari, che dalle modalità e dai mezzi dell'attività svolta. In effetti i caparozzolanti, dovendo operare in aree circoscritte ed in concessione, su bassi fondali e barene, sono assimilabili a dei coltivatori ed operano in modo molto simile, utilizzando imbarcazioni non idonee alla navigazione in mare, equipaggiate con attrezzi di raccolta spesso fuori legge, in quanto dannosi per l'ecosistema dei fondali, nonché per i luoghi nei quali tale raccolta viene effettuata, tra cui le acque di Porto Marghera nelle quali a causa della temperatura più alta le vongole crescono più grosse. La pesca avviene di notte a luci spente, è effettuata a bordo di imbarcazioni molto capienti a prua e dotate di motori principali molto potenti (150-200 cv) necessari per sfuggire alle forze dell'ordine (il ritorno in città è in ogni caso alla massima velocità), e di un motore secondario di piccola potenza che viene usato per scavare il fondale durante la pesca. Tale utilizzo ne provoca un usura rapidissima, ragion per cui solitamente tali motori "da scavo" sono di provenienza furtiva.
L'altissima remuneratività della pesca ha portato, nel tempo, ad una diffusissima illegalità tanto nell'attività di raccolta che in quella di commercializzazione, periodicamente testimoniate sulla stampa, anche nazionale, dalla recrudescenza di sequestri di vongole e di arresti di pescatori violenti da parte delle forze dell'ordine, nonché di vere e proprie mafie e omicidi. Le vongole pescate illegalmente, non potendo essere fiscalizzate, vengono solitamente vendute "in nero" ai ristoranti veneziani, i quali si guardano bene dal proporle a clienti autoctoni (che saprebbero riconoscerle) ma bensì vengono relegate ai turisti, soprattutto ai giapponesi, nonostante l' alta percentuale di mercurio, arsenico, piombo e idrocarburi clorurati contenuti in esse.
