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Bugatti Tipo 41 Royale - Wikipedia

Bugatti Tipo 41 Royale

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.

Bugatti Type 41


Una Bugatti Type 41 "Royale"

Premio Auto dell'anno nel [[]]
Costruttore: Bugatti
Descrizione generale
Tipo limousine
Inizio produzione 1927
Sostituisce la: [[]]
Fine produzione 1933
Sostituita da: [[]]
Esemplari prodotti 6 più una replica
Stelle EuroNCAP:


La Tipo 41 Royale fu una lussuosa automobile della Bugatti, che rimase in produzione dal 1927 al 1933.

Indice

[modifica] Profilo

Ettore Bugatti progettò tale vettura pensando di venderla solamente a una ristrettissima categoria di persone, in particolare re o principi, quindi l'auto venne immediatamente soprannominata "Royale" o "Golden Bugatti".

Tuttavia non ebbe un gran seguito, anzi per i primi sei anni a partire dal 1927 ne vennero costruite solo sei, delle quali la meta rimase agli stessi Bugatti. Ognuno di questi esemplari era carrozzato con un tipo diverso di carrozzeria. Inoltre, oltre ai sei esemplari ufficialmente realizzati, ve ne fu un settimo che in realtà non era una vera Type 41, ma una replica della Royale Roadster realizzata inizialmente per Armand Esders un magnate della moda vissuto in quegli anni.
La Type 41 era una vettura enorme, in grado di far impallidire le più prestigiose vetture dell'epoca, tra cui le Rolls-Royce. Questo "incrociatore da strada" pesava oltre 2.500 kg con un passo di 4.318 mm e montava un otto cilindri di derivazione aeronautica di 12.763 cc di cilindrata. Anni dopo la sua uscita di scena, alcuni dei pochi esemplari di Type 41 prodotti furono acquistati dai fratelli Schlumpf per la loro collezione privata. Fu per molto tempo l'auto più costosa del mondo e anche sul mercato delle auto storiche può vantare ancora oggigiorno tale primato. Nel1991, negli Stati Uniti un esemplare è stato venduto per la cifra considerevole di 8 milioni di dollari.

[modifica] Le sei Royale

Le sei Bugatti Type 41 Royale costruite ufficialmente dalla Casa francese condividevano lo stesso telaio e lo stesso propulsore, ma, come già accennato, furono carrozzate in sei differenti tipi di carrozzeria. Addirittura una delle sei Bugatti ha avuto due differenti carrozzerie durante la sua storia. Vediamo le caratteristiche ed alcuni cenni storici di queste meravigliose vetture.

[modifica] Coupé Napoléon

La Type 41 Coupé Napoléon
La Type 41 Coupé Napoléon

Delle sei Royale, la Coupé Napoléon fu la prima in oridine cronologico: essa derivava direttamente dalla vettura il cui telaio fu utilizzato per i prototipi. Inizialmente tale telaio ospitava una carrozzeria Packard con un'unità motrice ancora più grande del già ciclopico propulsore che sarebbe stato utilizzato in seguito. Tale gigantesco propulsore provvisorio aveva infatti una cilindrata di ben 14.726 cc!!! In occasione della sua presentazione, avvenuta a Parigi nel 1929, la vettura fu ricarrozzata come coupé ed in seguito come "coach". Poco tempo dopo lo stesso Ettore Bugatti ebbe un incidente con la vettura in questione che andò così distrutta. Il numero di serie del telaio originale fu però utilizzato per costruirne uno nuovo che sarebbe stato carrozzato come Coupé Napoléon. Tale vettura fu disegnata dal figlio di Ettore, Jean. La Coupé Napoléon era di fatto una coupé De Ville con carrozzeria bicolore nera e blu, dotata di tetto vetrato ed interni in velluto blu. Oggi si trova al Museo dell'Automobile di Mulhouse (Francia).

[modifica] Berline de Voyage

Disegnata da Ettore Bugatti, è considerata come la Royale che meglio esprime la personalità del patron della Casa francese. Si tratta di una berlina con capote apribile (praticamente una Torpedo di lusso). La sua livrea è bicolore gialla e nera. Fino al 1950 rimase di proprietà della famiglia Bugatti, dopodiché passò di mano diverse volte fino al 1986, quando fu acquistata dal proprietario americano di una catena mondiale di pizzerie.

[modifica] Coupé De Ville Binder

La storia della "Coupé de ville Binder" è assai controversa: è l'unica Bugatti delle sei ufficialmente prodotte ad aver avuto due carrozzerie nel corso della sua storia. Nacque come roadster, in particolare, fu la vera, originale roadster del magnate della moda Armand Esders, quella a cui si sarebbero ispirati in seguito i ricchissimi fratelli Schlumpf per realizzarne una replica perfetta, la quale sarebbe divenuta nota come "la settima Royale". Tornando a questa Royale, invece, inizialmente era una roadster. Nel 1938 fu venduta ad un politico francese che la fece ricarrozzare come coupé De Ville dal carrozziere Binder e la fece addirittura blindare utilizzando lamiere molto più spesse. Questa nuova carrozzeria era simile a quella della Coupé Napoléon ed aveva anch'essa una livrea bicolore nera e grigio-azzurra. A partire dal 1948 la vettura cambiò numerosi proprietari, fino al 1986, anno in cui fu acquistata da un ricco californiano.

[modifica] Cabriolet Weinberger

Delle sei Royale ufficiali è stata forse quella più oltraggiata dai suoi proprietari. Inizialmente era una cabriolet con una elegantissima livrea nera. Fu acquistata nel 1932 da un ricchissimo medico tedesco. La carrozzeria fu firmata da Ludwig Weinberger, un noto carrozziere di Monaco. Con questa vettura, il proprietario si trasferì negli Stati Uniti. Nel 1943 la vettura, in stato di disuso, fu venduta all'allora vice-presidente della General Motors C.A. Chayne, che cominciò a restaurarla. Ma il nuovo proprietario apportò modifiche di sapore troppo americano, che possono far gridare al sacrilegio. Un esempio sono le trombe per il clacson sistemate sul muso, ma diverse "violenze" furono effettuate anche a livello meccanico. Nel 1959 la vettura fu venduta definitivamente al Museo Ford dove ancor oggi è possibile ammirarla.

[modifica] Limousine Park Ward

È l'ultima Royale venduta ad un cliente. Nel 1933 fu infatti acquistata da un industriale inglese che la fece carrozzare da Park Ward, un carrozziere noto in quegli anni e negli anni a venire per aver carrozzarto molte auto di gran lusso, come per esempio molte Rolls-Royce. La sua imponente carrozzeria limousine è resa ancor più imponente dall'assenza di una livrea bicolore. Internamente è completamente tappezzata con tessuti di altissimo pregio. Nel 1946 fu acquistata da un altro facoltoso inglese, il quale dovette allargare i passaruota per ospitare gli enormi pneumatici da 24 pollici, gli unici che potevano essere adattati su una vettura di tali dimensioni nell'immediato dopoguerra, visto che la reperibilità mondiale di ricambi era assai carente dopo il disastro del conflitto mondiale. Dopo altri due passaggi di proprietà, oggigiorno la Limousine Park Ward è visibile al Museo dell'Automobile di Mulhouse, in Francia, assieme alla Coupé Napoléon.

[modifica] Coach Kellner

Realizzata nel 1932, fu utilizzata da Ettore Bugatti per il Salone di Londra di quell'anno. Rimase in casa Bugatti fino al 1950, come la Berline de Voyage. Fu venduta allo stesso che acquistò la Berline de Voyage in quell'anno e nel 1987 fu venduta all'asta ad uno svedese, mentre oggi appartiene ad un ricco collezionista giapponese.

[modifica] La settima Royale

Si tratta della replica della Roadster posseduta da Esders che successivamente sarebbe stata ricarrozzata come coupé De Ville. La storia di questa vettura risale al 1964, quando i ricchissimi fratelli Schlumpf, appassionati di Bugatti, provarono a convincere il collezionista americano Bill Harrah a vendere loro la vettura, oramai da tempo nella sua nuova veste di coupé De Ville. Di fronte al secco rifiuto di Harrah, i fratelli Schlumpf acquistarono un motore della Royale destinato all'uso su una motrice ferroviaria e a partire da tale unità motrice cominciarono i lavori di realizzazione di una replica pressoché perfetta della originale roadster. I lavori furono interrotti per la confisca dei beni degli Schlumpf, ma lo Stato, visto l'enorme significato storico di questa vettura e delle sue "sorellastre", decise di ultimerne i lavori. Anche la replica della roadster Esders è oggi visibile al Museo dell'Automobile di Mulhouse.

[modifica] Dati tecnici

Altra vista della Coupé Napoléon
Altra vista della Coupé Napoléon

[modifica] Voci correlate

[modifica] Altri progetti

[modifica] Collegamenti esterni



Bugatti


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