Bada che ti mangio!
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Bada che ti mangio! | |
Paese: | Italia |
Anno: | 1949 |
Compagnia: | "Spettacoli Errepi" che presenta la "Grande Compagnia Riviste Totò-Barzizza,Giusti" |
Genere: | Teatro di rivista |
Regia: | Michele Galdieri |
Soggetto: | Michele Galdieri e Totò |
Produzione: | Remigio Paone |
Coreografia: | Gisa Geert |
Cast:
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Totò, Elena Giusti, Isa Barzizza, Riccardo Rioli, Diana Dei, Mario Castellani, Mario Riva, Peppino De Martino, Flora Torrigiani, Adriana Serra, Dorina Coreno
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« [..] La nuova rivista di Totò, o, meglio la nuova rivista che Michele Galdieri ha ideato per Totò era in prova da quasi un mese e mezzo, e la prima rappresentazione ha subito quattro rinvii. Galdieri avrà voluto fare qualcosa di più di ciò che avevano fatto, per Vanda Osiris, Garinei e Giovannini, così come Macario aveva voluto, a sua volta, schiacciare anche lui la sua antica compagnia di ribalta, con l'opulenza del suo spettacolo. È una gara a chi spende di più [..] ,a chi fa lo spettacolo più sontuoso e più lungo, a chi richiede, per fermare il pubblico agli ingressi, i maggiori contingenti della Celere [...] » | |
(Orio Vergani, Corriere d'Informazione, Milano, 4-5 novembre 1949)
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"Bada che ti mangio!" è una rivista di Totò e Michele Galdieri presentata in tutta Italia nella stagione 1949 - 50.
La prima si ebbe al Teatro Nuovo di Milano, il 3 novembre 1949.
Lo spettacolo ebbe un grande successo di pubblico, alternando a fastosi quadri coreografici (molto in voga in quel periodo) lunghe scenette o monologhi di Totò[1]; tra i tanti è da ricordare lo sketch del "Parrucchiere per signora", poi ripreso nel film per la televisione Il tuttofare del 1967, ideato appunto per questa rivista.
"Bada che ti mangio!" venne rappresentata in uno dei momenti di maggior successo e di maggior lavoro di Totò; basti pensare che nel periodo della rappresentazione, nel 1949-50, Totò interpretò ben 13 film, tra cui alcuni dei suoi più famosi di sempre (Totò le Mokò, L'imperatore di Capri, Napoli milionaria ed altri). Dopo questa rivista tuttavia Totò decise di dedicarsi principalmente al cinema, concludendo di fatto il ciclo della "grande rivista" di Totò, con una pausa di sei anni, che verrà interrotta solo nel 1956 con A prescindere.
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