Andrea Luca Luchesi
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Andrea Luca Luchesi (Motta di Livenza, 23 maggio 1741 – Bonn, 21 marzo 1801) è stato un compositore e organista italiano. Il cognome ("Luchese" alla nascita) è stato scritto anche con varie altre grafie: Lucchesi, Luckesi, ecc.
Recenti indagini musicologiche sono volte ad appurare quanto abbia inciso il suo contributo sulla musica della seconda metà del Settecento, in particolare in relazione ai simboli della "Wiener Klassik" Haydn, Mozart e Beethoven.
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[modifica] Biografia
Lasciò quindicenne la natia Motta per Venezia, dove grazie all'istruzione ricevuta dal fratello sacerdote (organista e pubblico precettore) ed alle origini nobili della famiglia, ebbe accesso a famiglie importanti della città di Venezia e poté studiare con affermati musicisti (Cocchi, Saratelli, padre Paolucci, Bertoni ed il celebre Galuppi). In pochi anni divenne un noto organista, tanto che a soli 20 anni faceva già parte della commissione che concedeva le licenze professionali per organisti/cembalisti. Anche le sue doti di compositore (di musica sacra, strumentale, d'opera) furono rapidamente apprezzate e ricevette incarichi per celebrazioni ufficiali della Repubblica: un esempio furono le cantate in onore dei principi tedeschi in visita nella Repubblica di Venezia. Luchesi era anche in contatto con due dei più avanzati teorici musicali del tempo, padre Vallotti ed il conte Giordano Riccati.
La sua reputazione si diffuse rapidamente anche oltralpe, soprattutto grazie all'ambasciatore imperiale a Venezia, conte Giacomo Durazzo, sempre alla ricerca in Italia di giovani talenti; nel 1765 la sua prima opera buffa "L'isola della fortuna’’, su libretto di G. Bertati, fu rappresentata al teatro di corte a Vienna. Nel loro primo viaggio in Italia, Leopold Mozart ed il figlio Wolfgang lo incontrarono durante il Carnevale del 1771 ed ebbero 'in prestito' un suo concerto per cembalo, che Wolfgang suonerà ancora nel 1778 (e che padre e sorella utilizzeranno abitualmente a fini didattici). Nel 1771 Luchesi compose anche un Requiem per le esequie per il conte di Montealegre ambasciatore spagnolo alla Serenissima. Nel periodo trascorso a Venezia compose concerti, cantate, sonate, messe e altra musica sacra, e varie opere.
Nel 1771 Luchesi fu invitato a Bonn dal Principe Elettore Arcivescovo di Colonia Maximilian Friederich, come suo maestro di cappella privato e con un contratto triennale, per risanare la Cappella di corte. Vi giunse nell'autunno del 1771 portandosi appresso un'équipe di cantanti, un insegnante di dizione italiana ed un primo violino, l'eccellente Gaetano Mattioli, paragonato all'epoca al Cannabich di Mannheim. In soli due anni riportò la Cappella ad un elevato livello artistico, che gli permise di rappresentare brillantemente la sua opera buffa l'Inganno Scoperto o sia il Conte Caramella, su libretto da C.Goldoni nel 1773. Il livello artistico della cappella continuò a migliorare, tanto che nel 1782/83 veniva giudicata la terza Cappella germanica. Dopo la morte del precedente Maestro di cappella (L.van Beethoven, nonno omonimo di Beethoven), nel 1774 fu nominato Kapellmeister, confermato successivamente a vita. In tale veste aveva anche il compito di istruire vari allievi. Ne ebbe di straordinari, Ludwig van Beethoven, il più famoso, che fu alla Cappella per 12 anni a partire dal 1781, Antonin Reicha,i cugini Bernhard e Andreas Roemberg ed altri. Acquisì la cittadinanza locale e nel 1775 si sposò con Anthonetta d'Anthoin, figlia di un consigliere del principe e sorella di Ferdinand, musicista dilettante e suo prestanome per lavori che Luchesi non scriveva espressamente per la Cappella. Nel 1776 circa compose l'oratorio Passione di Ns. Signore Gesù Christo[1].
Nel 1784 ebbe inizialmente rapporti difficili con il nuovo principe Elettore Maximilian Franz d'Austria (che avrebbe voluto sostituirlo con il suo protetto Mozart) ma nonostante i sistemi adottati dal principe - come la drastica riduzione dello stipendio - riuscì a mantenere la carica. L'invasione delle truppe francesi nel 1794 pose fine all'esistenza della corte di Bonn; Luchesi, pensionato e con qualche difficoltà economica, dopo alcuni impieghi a Passau, dove diede la sua ultima opera, rimase a Bonn. Morì nel 1801, quanto rimaneva dei suoi archivi personali venne venduto all'asta dagli eredi della figlia Caterina nel 1826. Luchesi ebbe anche figli maschi; dei primi due Neefe, organista di corte, nel 1785 scrive essere particolarmente dotati nel campo musicale; ma accusati di simpatie rivoluzionarie durante gli ultimi anni del '700, uno fu incarcerato, l'altro pare fosse scappato in Inghilterra, e di entrambi si persero le tracce.
[modifica] Attualità e studi recenti
Sebbene le cronache del tempo lo presentino come personaggio di rinomanza europea (ad esempio il compositore e musicologo francese Jean Benjamin de La Borde scrisse riguardo a Luchesi: «Egli gode di un vantaggio raro tra gli italiani, cioè che le sue sinfonie sono ricercate in Germania»), Luchesi è stato ignorato da quasi tutti i testi di storia della musica. La sua ‘riscoperta’ è iniziata con gli studi di Theodor A. Henseler negli anni trenta del Novecento, rimasti isolati fino agli anni Ottanta, quando sono stati ripresi da Claudia Valder-Knechtges. Negli ultimi vent’anni si è sviluppata l'approfondita indagine del prof. Giorgio Taboga, che ritiene, fra l'altro, di aver individuato le cause dell'oblio negli interessi di preminenza politico/musicale della corte asburgica prima, nazionalistici in seguito; oltre all'usanza allora legale che consentiva al compratore di una composizione musicale di acquisirne anche il diritto di intestazione (un caso famoso in questo senso fu quello dell'acquisto del Requiem di Mozart da parte del conte Walsegg, che se lo sarebbe poi intestato), il quadro della situazione include anche una combinazione sfortunata con la "prassi dell'anonimato" e con il crollo dello stato di Colonia, invaso nel 1794.
Oggi si conosce una parte consistente della sua musica anteriore alla partenza per Bonn, ed è sufficiente la sola produzione sacra per notare un edificio musicale completo e degno di considerazione. Della musica composta dopo l'arrivo a Bonn vi sono solo sporadiche attribuzioni ufficiali. Secondo la prassi dell'anonimato, le composizioni eseguite dal Kapellmeister venivano conservate come anonime nell'archivio della cappella, per essere attribuite al suo nome al momento del decesso o delle dimissioni. Nel caso di Luchesi l'attribuzione non fu possibile: l'archivio musicale di Bonn fu fatto trasferire a est da Max Franz prima dell'arrivo delle truppe francesi, ma non tornò più a Bonn; dopo alcuni decenni quello che ne restava giunse alla Biblioteca Estense del duca di Modena, dove tuttora si trova.
Il suo caso all'inizio del terzo millennio è in piena effervescenza, tanto che il musicologo Luigi Della Croce intitola un suo articolo Mozart, Haydn, Beethoven, processo a tre grandi, e parla di Luchesi come Maestro di Beethoven (come già prima di lui, Henseler, Torrefranca e ancora nell'800, Tyson, anche se non ci sono pervenute citazioni di Beethoven che ricordi Luchesi tra i suoi insegnanti o i suoi ispiratori) mentre G. Taboga sostiene che il maestro mottense avrebbe fornito propria musica a Mozart e Haydn. G. Taboga ha anche fotografato la copia della sinfonia Pariser K.297 di W. A. Mozart conservata a Ratisbona (Regensburg) in Germania, dove il nome eraso sul quale è stato posto il nome del compositore salisburghese appare "Luchese".[2]
Nonostante queste tesi siano accolte con estrema cautela e diffidenza dalla musicologia ufficiale odierna (Giorgio Taboga, occorre ricordarlo, non è un musicista), un certo numero di musicisti (tra cui direttori d'orchestra come Heribert Beissel, Agostino Granzotto, Giovanni Battista Columbro, Davide Antonio Rizzo e organisti come Amedeo Aroma e Sandro Carnelos) si stanno impegnando nell'esecuzione di composizioni di Luchesi.
[modifica] Opere
[modifica] Composizioni certe di Luchesi
- L'isola della fortuna, opera buffa su libretto di Bertati, rappresentata a Vienna (1765), Venezia (1765) ed al Teatro Reale di Lisbona (1767).
- Ademira, opera seria, per la festività dell'Ascensione a Venezia (1784), in onore della visita del re di Svezia Gustavo III.
- Altre opere buffe: Il marito geloso (1766), Le donne sempre donne (1767), Il giocatore amoroso (1769), Il matrimonio per astuzia (1771), Il Natal di Giove, L'inganno scoperto ovvero il conte Caramella (1773, su libretto da Goldoni), L'amore e la misericordia guadagnano il gioco (1794).
- Arlequin déserteur (Arlequin deserteur devenu magicien, ou Le docteur mari ideal), ballo teatrale-pantomima (1774)
- Oratorio Sacer trialogus (1768)
- Oratorio Passione di N.S. Gesù Cristo (1776), su testo da Metastasio
- Stabat Mater (ca. 1770)
- Miserere (ca. 1770) per soli, coro ed Orchestra
- Requiem (1771) in Fa maggiore, per i funerali del duca di Montealegre, a San Geremia.
- Varie Messe e musica sacra, fra cui: Messa per San Lorenzo a Venezia, Messa per la Festa della concezione di Maria a Verona, Te Deum per l'Ospedale degli Incurabili di Venezia
- Molte composizioni per organo (e/o clavicembalo), fra cui:
- 12 sonate note come ‘Raccolta Donelli’ (completata entro il 1764), ora al Conservatorio di Napoli
- 6 sonatine e 8 divertimenti, ora alla Biblioteca del Congresso a Washington
- 2 ‘’sonates pour l'orgue’’ nei 'Menus plaisirs du Roi', a Parigi
- Musiche celebrative per la festa di San Rocco a Venezia (1769)
- Serenata per il duca di Brunswick (1764)
- Cantata per il duca di Württemberg (1767)
- 2 Sinfonie (entro il 1768)
- Sonata in fa ‘per il cimbalo’ (1771-73?), ora all' Università di Münster
- 6 Sonate 'per il cembalo con l'accompagnamento di un violino' Op.1 (Bonn, 1772)
- 3 Sinfonie op. 2 (Bonn,1773) – finora non ritrovate
- Concerto per cembalo (Bonn,1773) – altri quattro concerti/trii risultano perduti
- Cantata per l'elezione a vescovo dell'Arciduca Max Franz (1785)
- Sonate facile per cembalo e violino (Lipsia,1796)
Sono inoltre probabilmente di Luchesi la maggior parte dei lavori anonimi (o indicati di N.N.) tuttora conservati a Modena.
[modifica] Presunte composizioni intestate ad altri
Secondo la ricostruzione di G. Taboga, Luchesi avrebbe concordato con l'Elettore Maximilian Friederich al momento della sua nomina a Kapellmeister (che implicava la sua naturalizzazione con conseguente riduzione dello stipendio, giacché nelle corti germaniche i musicisti stranieri erano generalmente pagati il doppio dei locali) la possibilità di vendere sue composizioni, a condizione che circolassero sotto altro nome. Dal 1774 al 1784 tali composizioni sarebbero circolate intestate al cognato Ferdinand d'Anthoin, a Haydn (a cui erano già intestate le sinfonie inviate da Venezia per il tramite del conte Durazzo) e forse ad altri. Nel 1784 avrebbe ottenuto di sostituirli con Mozart (che comincia a tenere un catalogo delle proprie opere dal 1784); Haydn e d'Anthoin ricompaiono dopo la morte di Mozart.
I lavori di d'Anthoin sono oggi introvabili. Taboga ritiene che, oltre ad altri lavori, parte delle sinfonie intestate ad Haydn dal 1763 e tutte quelle dopo la morte di G.B. Sammartini siano di Luchesi. Anche per Mozart, buona parte delle sinfonie più note (nn.31, 33, 35, 36, 38, 39, 40, 41) risalirebbero a Luchesi.[citazione necessaria]
[modifica] Note
[modifica] Bibliografia
- J.B. de La Borde, Essai sur la musique, Paris 1780
- G. Taboga, Andrea Luchesi – L'ora della verità, Ponzano Veneto 1994
- G. Taboga, Andrea Luchesi e i miti di Mozart, Haydn e Beethoven,. Episteme No. 4, Settembre 2001
- T.A.Henseler: Andrea Luchesi, der letzte bonner Kapellmeister zur Zeit des jungen Beethovens, Bonner Geschichtsblätter, Bonn 1937, pagg. 225-364
- Claudia Valder-Knechtges, Die weltliche Werke A.Luchesis, Bonner Geschichtsblätter, xxxvi, 1984, pagg. 79-118
- G. Taboga, E se non tutto Mozart fosse di Mozart, Storiainrete, No.3, 2006, pagg.10-17
- G. Taboga, A. Luchesi, Maestro di cappella del principato di Colonia a Bonn, Restauri di Marca n.3 (ediz. special), Villorba/Treviso Aprile 1993
- G. Taboga, L'assassinio di Mozart, Lucca 1997
- G. Taboga, Le relazioni tra A.Luchesi, <<J. Haydn>> e la Spagna, Recerca Musicològica, XIII, 1998, Barcelona, pagg. 165-200
- G. Taboga, Un falso bicentenario: l'assassinio di Mozart, Episteme n. 5, Marzo 2002
- C. Valder-Knechtges: Die Kirchenmusik Andrea Luchesis (1741-1801): Studien zu Leben und Werk des letzten kurkölnischen Hofkapellmeisters (Berlin, 1983), con un primo catalogo di opere per organo e sacre di Luchesi.
- C. Valder-Knechtges: Andrea Luchesi: Verzeichnis der Instrumentalwerke, Mitteilungen der Arbeitsgemeinschaft für rheinische Musikgeschichte, lxxvi (1989), pagg. 95-105
- C. Valder-Knechtges: Ein Jahrhundert der Musik in Bonn, Bonn als kurkölnische Haupt- und Residenzstadt: 1597-1794, Geschichte der Stadt Bonn, iii (Bonn, 1989), pagg. 471-515
- C. Valder-Knechtges: Andrea Luchesi: ein Italiener im Umkreis des jungen Beethoven, Bonner Geschichtsblätter, xl (1990), pagg. 29-56
- L.della Croce: Il giovane Beethoven ed il "suo" Kapellmeister Andrea Luchesi (Traduzione italiana di Der junge Beethoven und "sein" Kapellmeister Andrea Luchesi presentato nel 1999 al congresso beethoveniano presso la Hochschule der Künste Berlin), Rassegna Musicale Italiana, anno IV No.15 Luglio/settembre 1999 pagg. 13-16.
- Amedeo Aroma: Settecento organistico Trevigiano ed. Ateneo di Treviso, 1997.
- Amedeo Aroma: Civiltà Organistica Trevigiana fra Settecento e Ottocento, Treviso 2000.
- Fausto Torrefranca: Le origini italiane del romanticismo musicale, Torino 1930, pagg. 557-558
[modifica] Voci correlate
[modifica] Collegamenti esterni
- Andrea Luchesi, maestro di Mozart e Beethoven
- Andrea Luchesi, le Sinfonie del fondo Max Friedrich on line
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