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Abetone - Wikipedia

Abetone

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.


Abetone
[[Immagine:{{{panorama}}}|300px|Panorama di Abetone]]
Abetone - Stemma
Nome ufficiale: {{{nomeUfficiale}}}
Stato: bandiera Italia
Regione: Toscana
Provincia: stemma Pistoia
Coordinate: 44°8′46″N 10°39′55″E / 44.14611, 10.66528
Altitudine: 1.388 m s.l.m.
Superficie: 31,28 km²
Abitanti:
691 31-08-2007
Densità: 22 ab./km²
Frazioni: Alpe Tre Potenze, Bichiere Di Sopra, Boscolungo, Cecchetto, Faidello, Fontana Vaccaia, Le Regine, La Sechia, Serretto, Val di Luce 
Comuni contigui: Bagni di Lucca (LU), Coreglia Antelminelli (LU), Cutigliano, Fiumalbo (MO)
CAP: 51021
Pref. tel: 0573
Codice ISTAT: 047001
Codice catasto: A012 
Nome abitanti: abetonesi 
Santo patrono: San Leopoldo 
Giorno festivo: 15 novembre 
Comune
Posizione del comune nell'Italia
Sito istituzionale
Portale:Portali Visita il Portale Italia

Abetone è un comune autonomo dal 1936, di 691 abitanti[1], appartenente alla provincia di Pistoia. È noto sia come località di villeggiatura invernale dove praticare sport invernali che come località di villeggiatura estiva.


Indice

[modifica] Geografia e clima

L'Abetone è situato nell'alta Montagna pistoiese, nell'alta valle del Sestaione ad un'altitudine di 1388 m. s. m., presso il confine con l'Emilia Romagna e sorge presso l'omonimo Passo dell'Abetone. Alle spalle si trova l'Alpe delle Tre potenze, tra le cime più elevate della regione (1940 m), e da vette minore come il Monte Gomito (1825 m) e la Selletta (1720 m), mentre di fronte si trova il maestoso Libro Aperto (1937 m).

[modifica] Storia

Il territorio dell'Abetone è sempre stato (almeno fino dal tempo dei romani) luogo di valico dell'Appennino, tant'è che si narra sia stato utilizzato anche da Annibale per entrare nell'Etruria. Infatti, del comprensorio sciistico dell'Abetone fa parte il Passo d'Annibale alla bella altezza di 1798 m. s. m.

Nel 1766 iniziò la costruzione della strada (già pensata fin dai primi del secolo) che univa il Granducato di Toscana con il Ducato di Modena attraversando l'Appennino, nel tratto più basso chiamato "Serrabassa" dai modenesi e "Boscolungo" dai toscani, e creando appunto il "Passo dell'Abetone". Il progetto fu redatto da Pietro Giardini per la parte modenese e Leonardo Ximenes per quella toscana.

Tra i due stati fu convenuto di avviare i lavori contemporaneamente partendo dal confine, questo per evitare tardivi ripensamenti. Nell'aprile del 1766 si volle dare inizio ai lavori, ma siccome da un miglio sopra Fiumalbo la neve era alta due braccia, si sarebbe cominciato il lavoro più in basso appena pronti gli arnesi da scasso.

Il primo colpo di piccone, per la parte modenese, fu dato il 28 aprile 1766, appena sopra Fiumalbo, presso il luogo chiamato Il Baldinare, dove sorsero le prime baracche e ricoveri per gli uomini e gli attrezzi. Seicento operai divisi in sei compagnie, tra cui più di 50 scalpellini, misero mano al lavoro in due posizioni diverse, mentre il lavoro dei toscani si era già cominciato alle Ferriere di Mammiano. Da lì i lavori si estesero sempre con più vigore verso il confine toscano e durante l'estate anche verso Modena.

Durante la costruzione fu abbattuto un abete talmente grande da non poter essere abbracciato neppure da sei persone e dal quale nacque il nome Abetone.

La strada fu inaugurata nel 1778, fu giudicata da alcuni addirittura l'opera più grandiosa del secolo (valicare l'Appennino all'epoca non era cosa da poco), ed ebbe grande importanza nel collegare la Toscana non solo a Modena ma anche a Mantova e all'Austria. Sul confine, furono create due piramide di bozze, adorne degli stemmi dei due ducati.

Certamente non fu facile relegare dall'altra sponda della valle Cutigliano e Lizzano Pistoiese. I due paesi di confine ignorati dal passaggio della strada, di fatto subirono il crollo dei traffici e degli smerci che per secoli avevano mantenuto in ricchezza i suoi abitanti. Cutigliano rifiorì quasi subito, grazie allo spirito di adattamento dei suoi abitanti: furono tra i primi in Italia a scoprire il turismo agli inizi dell'ottocento e ancora oggi il paese vive di turismo. Lizzano Pistoiese invece, non ebbe il tempo per riprendersi. Nel 1814 un'enorme frana lentamente inghiottì quasi tutto il paese. Furono risparmiate le vite umane e qualche casa, ma il paese fu cancellato per intero. Lentamente il campanile affondò nel fango. Per molti giorni si continuò a vedere la torre campanaria che sembrava galleggiare nella melma, fino alla sua completa sepoltura.

Dopo l'apertura della strada nacque l'esigenza di popolare queste montagne così fredde e inospitali, anche per garantirne la manuntenzione e i servizi (stazione di posta, dogana, ecc.). Insieme ai dragoni che per brevi turni si avvicendavano nelle caserme, arrivò il popolo civile, e soprattutto spalatori di neve e boscaioli.

Mantenere spalato il passo era lo sforzo vano di certi inverni, poi dalla tarda primavera, quando l'ultima traccia di neve era scomparsa, fino all'autunno, erano impegnati a riparare i danni che la strada aveva subito durante le intemperie. Le donne erano il fulcro del sistema di vita; insostituibili nello sforzo di popolare la montagna, giunsero al passo poco tempo dopo gli uomini e con loro divisero le fatiche dei lavori più rudi e mascolini che pure bisognava fare per sopravvivere.

I metri di strada da mantenere liberi dalla neve erano combinati a forfait con lo stradino, sorta di esattore che appaltava la spalatura della strada al popolo dei monti. Venivano stipulati veri e propri contratti con tanto di penale se non fossero stati rispettati e i montanini a volte azzardavano qualche metro in più delle proprie forze, incrociando le dita per avere in sorte una annata clemente.

Sorsero due dogane, quella Modenese in località Serrabassa proprio accanto alle piramidi, e quella Toscana a poca distanza in località Boscolungo. Accanto alla dogana toscana nacque anche una piccola chiesa che dette origine alla parrocchia di San Leopoldo così chiamata in onore del granduca di Toscana.

L'Abetone veniva frequentato da turisti fin dalla metà dell'Ottocento. Tra loro è da ricordare Francesca Alexander, americana di Boston, figlia di un pittore e di una ricca ereditiera, che con i genitori iniziò fin da giovane a passare le estati sulla montagna pistoiese; frequentava il popolo dei monti e i poveri montanini erano da lei aiutati a sopravvivere, divenne grande amica di Beatrice di Piandegliontani, la poetessa pastora analfabeta che con le sue ottave ha meravigliato tutti i letterati dell'epoca.

Con l'unità d'Italia e l'eliminazione dei confini regionali iniziò il declino del paese, accelerato anche dalla costruzione della ferrovia Porrettana che univa la Toscana con l'Emilia-Romagna.

Nel 1904 comparve il primo sciatore e la località fu riscoperta come luogo di villeggiatura sia estiva che invernale, dando inizio ad una rinascita basata sul turismo.

[modifica] L'Abetone d'inverno

L'Abetone nel 1953
L'Abetone nel 1953

L'Abetone è il centro principale del comprensorio omonimo costituito da circa 50 Km di piste, per un totale di circa 30 tracciati, serviti da 22 impianti di risalita gestiti dal consorzio Multipass.

Il comprensorio sciistico è suddiviso in tre zone principali; la prima zona, rivolta verso il lato toscano di Abetone costituita dalle piste storiche dell'Abetone che si compone dei due tracciati blu adatti per i principianti Selletta e Chierroni, due facili piste che corrono in mezzo al bosco, e la Riva, una rossa adatta a tutti che arriva fino a 1200 mt. circa. Inoltre ci sono alcune varianti che mettono in comunicazione i diversi tracciati, come la rossa Foresto che collega la Selletta alla Riva. La zona è servita da una seggiovia carenata e due seggiovie biposto. La seconda zona costituita dalle piste sul versante emiliano del comune: comprende i tre tracciati più conosciuti dell'Abetone, le tre Zeno, progettate proprio dal grande campione di sci Zeno Colò (le piste, una nera e due rosse, sono adatte a tutti; si snodano attraverso il bosco da un'altezza di circa 1820 mt. fino a circa 1300), la semplice e divertente Pulicchio e la Stucchi, un bel tracciato di media difficoltà. Gli impianti sono due seggiovie, una sciovia e una veloce e capiente cabinovia. La terza zona comprende le piste della val di Luce, sede di tracciati larghi e luminosi; è costituita da tre tracciati principali (Passo d'Annibale, Alpe delle tre Potenze, Celina Seghi) di facile o media difficoltà ed è servita da tre seggiovie quadriposto e una seggiovia biposto. Attualmente il comprensorio sciistico dell'Abetone, è ritenuto il più blasonato tra i comprensori sciistici dell'Appennino, sebbene la concorrenza con gli impianti del vicino Monte Cimone riesca a mettere in discussione l'attributo di "capitale dello sci appenninico". Negli ultimi anni sta nascendo l'idea di cosruuire un nuovo tracciato della lunghezza di 3500 metri ove poter disputare la Coppa del Mondo femminile di Sci.

[modifica] L'Abetone d'estate

In estate Abetone è nota per l'ampia possibilità di sport estivi. Particolarmente interessante per le camminate in altura sia sul versante del Monte Gomito che del Monte Cimone. Molto bella è la passeggiata in salita di media difficoltà verso il Libro Aperto. Abetone è inoltre centro attrezzato per girate in mountain bike, tennis e calcetto.

[modifica] Sport

All'Abetone nacque il grande campione di sci Zeno Colò, il 30 giugno 1920.

Il passo dell'Abetone fu teatro della prima grande impresa di Fausto Coppi, durante la tappa Firenze-Modena del Giro d'Italia del 1940.

Il 22 maggio 2000 la 9^ tappa del Giro d'Italia 2000 si è conclusa ad Abetone con la vittoria di Francesco Casagrande.

[modifica] Persone

Per approfondire, vedi la voce Nati ad Abetone.

[modifica] Le chiese

L'importanza di questa chiesa consiste soprattutto nelle circostanze della sua fondazione. Posta ad una altezza di oltre mille metri, realizzata a partire dal 1782, si inserisce infatti tra gli interventi architettonici e ingegneristici voluti dal granduca Pietro Leopoldo per questa zona. Il suo impegno culminò con la costruzione della grande strada dell'Abetone, congiungente Firenze a Modena, su progetto del matematico Leopoldo Ximenes.

Questo edificio religioso, eseguito su progetto di Bernardo Fallani, dall'architettura sobria, si pone dunque all'interno di un tale contesto viario che, per agevolare i contatti con l'Italia Settentrionale e l'Europa, tendeva a dotare i nuovi collegamenti stradali di tutti i servizi legati alle esigenze del viaggiatore.

[modifica] Amministrazione

Sindaco: Giuseppe Montagna (lista civica) dal 14/06/2004
Centralino del comune: 0573 607811
Email del comune: disponibile non disponibile

[modifica] Frazioni

  • Cecchetto, poche case immerse nella secolare foresta del Boscolungo;
  • Fontana Vaccaia
  • Le Regine, ormai saldata al capoluogo, da cui partono le seggiovie dirette alla cima della Selletta (1720 mt. circa)
  • Faidello, al confine con l'Emilia Romagna e alla base della pista Pulicchio;
  • Val di Luce, piccolo centro pieno di ristoranti e alberghi ai piedi delle piste della val di luce e a poca distanza dal gomito.

[modifica] Evoluzione demografica

Abitanti censiti


[modifica] Note

  1. ^ Bilancio demografico anno 2007, dati ISTAT

[modifica] Collegamenti esterni


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